«Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò». Firmato: CasaPound. La scritta è comparsa da poco in via Cimone. Ieri l’ha notata Rocco Cordì, consigliere di Sel, che qualche giorno fa si era dimostrato critico verso il permesso lasciato dal comune a CasaPound di pulire il monumento ai caduti del Butti.
«Eccoli qua sono gli stessi che 10 giorni si sono “esibiti” in Piazza Repubblica nelle veste di pulitori del degrado cittadino – dice – Più che alla morte sono pronti solo a fare buffonate». Il commento è stato postato anche su Facebook, dove ha riscosso parecchio successo e qualche critica, come quella dell’ex assessore all’ambiente : «Da che pulpito, Rocco. Adesso vieni a raccontarmi che i movimenti giovanili di sinistra non lasciano messaggi politici? Sii serio,
sai bene che questa usanza è trasversale ai movimenti giovanili. Ne abbiamo parecchi esempi e nessuno si è mai scandalizzato. Mi stupisce sia tu a farlo». , responsabile cittadino di CasaPound, commenta: «Il nostro è un movimento militante, nel suo Dna, nella sua storia convivono elementi di politica di strada e di politica di palazzo, ci sono azioni di solidarietà e azioni mediatiche. Non conosciamo gli autori della scritta, sono probabilmente nostri simpatizzanti. Ma non ne disconosciamo certo il contenuto. Fa specie tutta l’attenzione riservataci da Cordì negli ultimi tempi, ci domandiamo se non abbia davvero nulla di meglio da fare che il questurino. Forse ad infastidirlo è che ci sia ancora qualcuno che sia pronto a morire per la nazione».
Al di là del contenuto (e delle motivazioni ideali a cui CasaPound si appella), rimane la scritta sul muro che in quanto tale è un vandalismo, per giunta rivendicato. Cosa farà il comune la prossima volta che qualche associazione legata a CasaPound si farà avanti? «Non vedo il problema dal momento che quando gli esponenti di CasaPound vengono da me si propongono di pulire – dice Santinon – Se decidessero di pulire anche le scritte lasciate in giro, tanto meglio».
La lotta ai murales, però, è sempre più difficile. Il bando del Comune, quello che stanziava 20 mila euro per pulire i murales, è stato un insuccesso. «Hanno risposto solo in sei – spiega Santinon – Sono un po’ deluso. È stata offerta un’opportunità, ma a quanto pare ai varesini non interessa poi molto dei soldi del Comune».