Grandi potenziali opportunità di carattere economico, sociale e culturale, grazie alla vicinanza con il Canton Ticino e la Svizzera, ma anche problemi, a volte enormi, di vicinato. Ne sa qualcosa il sindaco di Cantello Gunnar Vincenzi, che ha sul suo tavolo la questione della discarica al Gaggiolo, dove i ticinesi vogliono realizzare a tre metri dal confine un frantoio per macinare i rifiuti inerti, eternit compreso e la questione dei lavoratori frontalieri, quanto mai di attualità dopo il recente referendum svizzero. La discarica di inerti, quella che i cantellesi chiamano “la montagna della vergogna”, realizzata a due passi dal confine dal vicino svizzero, si trascina da anni.
Ma è la cosiddetta fase 3 a preoccupare il primo cittadino e i residenti in località Gaggiolo. «L’amara sorpresa venuta fuori all’ultimo momento dalla Svizzera è la volontà di realizzare di fianco alla discarica, proprio sul confine, un frantoio per macinare i materiali inerti – spiega il sindaco – il grosso problema è rappresentato dal fatto che per gli svizzeri anche l’eternit può essere trattato in questo modo e macinato insieme a mattoni e altri laterizi; questo rappresenta un motivo di grande preoccupazione per la salute dei nostri cittadini e per l’ambiente».
In paese sono sorti comitati e associazioni per protestare contro questa scelta e l’amministrazione comunale sta battendo tutte le strade possibili a livello istituzionale per far sentire la propria voce contraria. A marzo si terrà in paese un’assemblea pubblica sulla discarica e a fine mese il sindaco incontrerà le autorità elvetiche , dopo aver fatto altrettanto in Regione Lombardia. «Stiamo facendo il possibile ma a questo punto non posso nemmeno escludere proteste eclatanti da parte di cittadini e associazioni; non si può sempre stare zitti e subire in silenzio» afferma Vincenzi. Nei pressi della discarica sorgono diverse abitazioni private e attività produttive.
Altro problema di vicinato di carattere più generale è quello dei lavoratori frontalieri; a Cantello ne vivono circa 600 che significa ristorni dalla Svizzera di circa 600 mila euro, pari a un quinto del bilancio comunale. «Dobbiamo difendere il principio e le quote dei ristorni che l’esito del recente referendum potrebbero mettere in discussione – sottolinea il primo cittadino – i nostri frontalieri contribuiscono al benessere del Canton Ticino e gli stessi ticinesi sanno che se non ci fossero più i lavoratori italiani il loro sistema salterebbe». Il sindaco si toglie un sassolino dalla scarpa a proposito dell’esito del referendum anti immigrazione. «Mi è sembrato di scarso livello civico e demagogico ed è utopistico pensare oggi di chiudersi nel proprio orticello» .
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