«Ho pianto di gioia. L’ho fatto con tutta me stessa: quella è stata la vittoria di tutti. È stata la vittoria della gente che ha creduto in un sogno impossibile. Che ha creduto nell’inizio della favola chiamata Varese Calcio», commenta così la bellissima madrina biancorossa quando le chiediamo di parlarci della prima partita ufficiale della sua squadra.
Varese-Tradate non è stato un match come gli altri, proprio no: «Ho avuto i brividi, un’emozione che non provavo da tempo: mi sembrava una finale playoff. La nostra non è una squadra d’Eccellenza, la nostra squadra è l’eccellenza. Li avete visti i ragazzi in campo?». Li abbiamo visti Sarah, li abbiamo visti. Ma la cosa incredibile è stata sugli spalti. «In tribuna si respirava un’aria pazzesca, indescrivibile. L’accoglienza da parte dei tifosi è stata sopra le nostre aspettative: chi se la immaginava così
tanta gente per una partita contro il Tradate? Io no. Credo che nell’ambiente biancorosso ci fosse solo voglia di una Varese pulito».
C’era voglia di respirare certi valori, di riscoprire che sapore ha quella maglia. Di ritrovare la
, e di ritrovarsi tutti lì; ancora una volta, ancora su quei gradoni che sono meglio di una poltrona di casa. «Al termine della partita sono andata al McDonald’s di fianco allo stadio con mia figlia, voleva mangiare qualcosa… lì ho incontrato un gruppo di tifosi della curva che non conoscevo. Mi hanno chiesto una sola cosa: mi hanno chiesto di non essere presi per il culo ancora, che dopo l’anno scorso – in cui ne hanno viste di tutti i colori – ora vogliono solo rispetto per i colori e per la maglia. La mia risposta è stata di due semplici parole: pulizia e trasparenza. Questa è una società fatta di tifosi, io per prima lo sono».
Una società legata al territorio, varesina. Una società dal cuore biancorosso, come ci racconta Sarah: «Sono onorata di lavorare al fianco di gente che dà tutto per il Varese. Che è lì in società per una scelta di cuore. Di gente speciale davvero. Di gente come il magazziniere . Lui è una persona che rappresenta questi colori al meglio. È un grande».
La madrina ci parla della festa che si terrà venerdì 4 settembre dalle ore 18 al Franco Ossola: «La gente è tutto per noi. Il Varese, ora, è loro. Per questo abbiamo deciso di organizzare la festa. Per stare tutti assieme, per rendere lo stadio una grande piazza in cui scambiare pareri, idee, e condividere la grande passione che ci unisce. Questa è una festa per tutti: dai grandi ai piccini. Anzi, più per i piccini. Vogliamo che siano loro a portare i genitori al Franco Ossola. Per questo, oltre a mille delizie da mangiare come lo gnocco fritto o lo zucchero filato biancorosso, abbiamo deciso di mettere anche dei giochi per loro. Alla fine, l’Eccellenza, a differenza della Serie B, ti permette di realizzare cose come questa, visto che non ci sono tutte quelle restrizioni. Ti permette di stare con le persone, di viverle appieno quelle persone. Questo nuovo Varese è pane e salame. Noi siamo pane e salame. E saremo lì, a mangiarlo, con la nostra gente».
«Durante la festa – prosegue entusiasta Sarah Maestri – ci sarà la presentazione della prima squadra, ma si parlerà anche e soprattutto del settore giovanile, della scuola calcio e del progetto bimbo. Perché quello è il nostro futuro. E il futuro, per noi varesini, viene sempre prima del passato. Prima del presente».