Non si firmano neppure e festeggiano la scomparsa del Varese. Con toni efferati e crudeli. La lettera “C” mimata con le mani dal “signor” Pesoli all’uscita dal Franco Ossola è una barzelletta rispetto alla sentenza già emessa da parte dal sito di informazione (?) tuttomercatoweb.com: «Il Varese è finito».
Squadra, città e tifoseria biancorosse sono scomparse dalla mappa del calcio, o stanno per farlo, leggendo l’articolo che non fornisce diritto di replica (se non sul campo).
Eccovelo in tutto il suo splendore: «Clima caldo, giorni di tensione e carica massima per battere il Varese. Giorni di aggregazione a Novara tra squadra, tifosi e società. Non è il momento di fare processi o trarre conclusioni, tutto questo sarà fatto al termine della stagione. Ora tutto l’ambiente si è unito per la partitissima del Piola di sabato alle ore 18. Scontro frontale per la salvezza tra Novara e Varese. Situazione simile in classifica, completamente differente nello spogliatoio.
A Varese i calciatori non percepiscono stipendi da diversi mesi e i numerosi cambi in panchina hanno tolto tranquillità alla squadra, adesso affidata ad uno sconosciuto della serie B. La posizione del DG Montemurro, prima interessato con Rosati al Genoa e poi al Bari, lasciano intuire che a Varese la storia è finita. A Novara, invece, la squadra vive agiata in condizioni di benessere. Sabato la partita, per gli ultras piemontesi, inizierà alle 16, quando tutti si raduneranno a Novarello per accompagnare il pullman al Piola, per la gara che avrà invece inizio alle 18. Una forma di sostegno e di spinta ai calciatori. Già successo, qualche mese fa, contro la Reggina; portò bene e il Novara vinse 1-0. Ci sarà un clima infernale a Novara per i 90 minuti più lunghi degli ultimi 4 anni». Punto e a capo, con tanti saluti al fu Varese 1910. Che invece, ahiloro, esiste ancora.
Punto primo, la differente situazione nello spogliatoio: finché c’è scritto sopra “Varese”, nessun altro che non sia il Varese può arrogarsi il diritto di metterci dentro il becco, se non il signor sconosciuto che tratteremo al punto 3.
Seconda questione, gli stipendi non pagati. Se anche sapessimo che un’altra squadra al di fuori della nostra non li paga, non ci permetteremmo di scriverlo sul giornale. E di provare a batterla o screditarla con questi sotterfugi. Anche perché c’è chi vigila su queste cose, e appena sgarri fioccano i punti di penalizzazione: come mai il Varese non ne ha avuti? Chi scrive queste cose, deve firmarsi e provarle.
Terza cosa, e più importante: la panchina affidata a uno sconosciuto della serie B. Questa cosa è scritta da chi evidentemente non conosce la storia, neppure quella di Novara-Varese visto che Stefano Bettinelli era già seduto da capo tecnico sulla panchina biancorossa proprio a Novara in Prima Divisione (Sannino squalificato), ed è stato il vice di due signori che grazie al Varese, e quindi anche a Bettinelli, sono arrivati in serie A: Sannino e Maran.
Dandogli dello sconosciuto non fanno altro che convincerci che lui sia l’uomo giusto: perché qui siamo abituati a vedere signori Nessuno sconfiggere chi pensa di essere già arrivato.
Ps: il Montemurro che era interessato al Bari non è l’ad del Varese ma un omonimo. Bastava cercare su Google.
Noi con gli sconosciuti abbiamo imparato a cavalcare il mondo. Ringraziamo chi ci ha ricordato il nostro destino (e la nostra forza) azzerando tifosi, giocatori e allenatore in un’unica nullità contro cui il Novara non avrà alcun tipo di problema.
Prepariamoci dunque ad assistere alla marcia da Novarello allo stadio Piola degli “agiati benestanti”: troveranno ad attenderli quattrocento “poverelli” del Sacro Monte guidati da un Nessuno. Qualcuno direbbe: «Sembra che per il Novara battere il Varese sia un’ossessione. Per il Varese invece battere il Novara è solo un grande sogno».
ANDREA CONFALONIERI
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