– Una brutta pagina per una vicenda dai risvolti umani delicatissimi.
Sono ore “caldissime” per il per il rilascio di e le due cooperanti italiane rapite in Siria e apparse, il 31 dicembre, nel video postato su YouTube: un breve filmato nel quale, in tunica nera, le ragazze sono costrette a supplicare il governo di riportarle a casa prima che vengano uccise. Ma in Italia le polemiche non mancano.
Nelle ultime ore è comparsa una scioccante pagina Facebook dal titolo “Delle due attiviste rapite in Siria non ce ne frega un c…. grazie” che per fortuna è stata rimossa dai gestori del social network, ma che in pochissimo tempo aveva raccolto oltre tremila adesioni. La pagina potrebbe essere stata cancellata dopo le numerose segnalazioni di sdegno e indignazione provenienti dal popolo del web. Ma resta il senso di orrore che le immagini hanno prodotto: si vedono le due ragazze ritratte in diverse immagini che non sono proprio un ritratto di civiltà
e umanità. Greta e Vanessa dileggiate con un cartello in mano: pesanti prese in giro del web da “posso darvi in cambio due cammelli e ci sto rimettendo” ad altre frasi per nulla carine fino al paragone di due sacchetti dell’immondizia. Sullo sfondo c’è sempre l’immagine delle due amiche con indosso la tunica nera e le suppliche al governo italiano di intervenire presto. Gli scioccanti sfottò apparsi sul web seguono l’onda delle ultime polemiche sollevate anche sul piano politico da alcuni esponenti della Lega Nord, e
«Siamo contrari in linea generale a pagare un riscatto – ha detto l’eurodeputato Borghezio – perché non si finanzia il terrorismo. Ma no anche in particolare in questo caso perché, con tutto il rispetto per le persone e per le famiglie, non si può negare che le due ragazze se la siano andata a cercare. I buonisti di turno tengano conto queste persone, a quanto risulta, se la sono proprio andata a cercare». Pensiero identico anche per il collega del Carroccio, Matteo Salvini: «Non si pagano i terroristi che poi magari vengono a metterci le bombe a casa nostra. Non si finanziano i terroristi che possono massacrare centinaia di vite. Spero che Greta e Vanessa tornino a casa sane e salve, però chi va a fare certe cose in certi luoghi sa che rischia. Evidentemente fare volontariato a casa è più sicuro che farlo in zone di guerra». Nel frattempo proseguono le trattative per arrivare al rilascio delle due ragazze. Trattative forse giunte alle ultime battute. In questo senso il video postato nel giorno di San Silvestro potrebbe essere un’indicazione positiva, ma in questo momento ogni valutazione rischia di essere sbagliata.