24 Mag 2014
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«Caro presidente del Consiglio venga a vedere come lavora la Camera di Commercio di Varese»: è un invito sentito a cui il presidente Renato Scapolan spera tanto possa far seguito la visita effettiva del premier Matteo Renzi in piazza Monte Grappa.
Secondo Scapolan sarebbe opportuno, servirebbe a far comprendere che non tutti gli enti camerali sono inutili, consentirebbe di toccare con mano una realtà «virtuosa che non è in equilibrio economico, ma in surplus», rimarca il presidente. Varese, insomma, da copiare e non da cancellare. E neanche da far confluire in un “calderone” con altre Camere di Commercio che “producono” meno o sono ben al di sotto delle 64mila imprese attive che può vantare l’ente camerale varesino (88mila contando anche quelle delle sedi locali).
«Qui c’è gente che trotta e lavora», assicura Scapolan. «Premiamo sulla struttura con l’obiettivo dell’efficientamento e i 600mila euro che risparmiamo all’anno, li mandiamo a Roma».
Altro, insomma, che far chiudere i battenti alla Camera varesina. «Credo sia necessaria una revisione delle Camere di Commercio – ammette Scapolan – Ma intanto il problema di fondo del diritto camerale rimane. Non un’accisa ma un contributo che va pagato, pena la sanzione che noi stessi saremmo costretti a riscuotere così come vuole la legge».
Ma non si pensi a un balzello, non almeno a Varese vuole rimarcare il numero uno di piazza Monte Grappa: «Noi riceviamo 12 milioni di euro all’anno dal diritto camerale, soldi che non vengono usati per i soliti noti ma per tutti, per le imprese industriali all’estero, per il settore commerciale. Noi siamo a disposizione del sistema economico, non mettiamo le mani nelle tasche delle imprese». Insomma se l’intenzione del Governo è di eliminare le Camere di Commercio, prima si guardi dentro ogni singola realtà, senza fare di ogni erba un fascio. Renato Scapolan lo chiede quasi con il cuore, certo che la “sua” Cciaa saprebbe uscire a testa alta dalla sfida, realtà da non cancellare.
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