Si può perdere una partita per ragioni che poco o nulla c’entrano con la tecnica, le tattiche, i reali valori in campo. Si può perdere una partita semplicemente perché l’atteggiamento dei giocatori risulta condizionato da indiscrezioni, sussurri, voci che evadono dalla sfera prettamente agonistica e toccano invece altri ambiti, fra strategie, scenari alternativi e possibili rivoluzioni. Cecco Vescovi, general manager della Openjobmetis, è convinto che domenica al PalaWhirpool sia accaduto proprio questo, nel match malamente gettato via dai biancorossi contro la Giorgio Tesi Group Pistoia.
Abbiamo affrontato una squadra che non era superiore a noi. E non abbiamo certamente perso perché si è sbagliato, per fare un esempio, il piano partita. Pistoia ci ha battuto perché ha giocato con lo spirito giusto. Noi invece vagavamo per il campo, ognuno coi suoi pensieri, i suoi dubbi, i suoi problemi. Questo è ciò che ha fatto la differenza.
Al fatto che negli ultimi tempi abbiamo parlato troppo e pensato troppo ad aspetti che non riguardano direttamente il modo di affrontare e condurre un match, in campo. Tutto questo ha tolto serenità ai singoli e alla squadra nel suo complesso. Del resto…
I giocatori sono esseri umani: se li metti in condizione di percepire forte sfiducia nei loro confronti può capitare che abbiano una reazione pari a quella che si è vista in campo domenica. Credo che ora la prima cosa da fare sia stare zitti e lavorare.
Significa che prima di tutto dobbiamo concentrarci sulla necessità di tornare a dare il massimo, perché è evidente che questa squadra ha dei limiti, ma è anche vero che situazioni come quella che ho appena descritto finiscono per enfatizzare ancora di più quegli stessi limiti. Solo dopo, semmai, si valutano le decisioni da prendere.
Io voglio pensare innanzitutto ai giocatori che abbiamo, che vestono i nostri colori e che è nostro compito supportare al massimo, affinché possano scendere in campo nelle migliori condizioni possibili, sotto tutti i punti di vista. Detto questo, è chiaro poi che il nostro monitoraggio del mercato è continuo, così come l’analisi delle possibilità e delle alternative. Non dipende solo da noi, è evidente.
Siamo tutti in discussione dopo quanto è accaduto contro Pistoia. Ma esserlo significa anche e soprattutto mettersi a lavorare ancora di più di quanto non si sia fatto finora e in maniera ancora più corale. Questa deve essere la ricetta per ripartire, senza fare drammi superiori all’entità dei fatti.
Noi abbiamo scelto Pozzecco perché siamo convinti sia un tecnico capace, che avrà un futuro di primissimo livello. È chiaramente un esordiente nella massima categoria e questo porta con sé aspetti sia positivi che negativi. Gli errori si fanno, è normale.
Gianmarco poi vive molto di sensazioni ed emotività, per cui la sua uscita di domenica sera è dovuta proprio a questo, all’amarezza del momento. Ma, affrontando invece la situazione da un punto di vista più razionale, io ribadisco invece che la necessità ora è innanzitutto quella di ricompattare l’ambiente.
La nostra volontà, in principio, era quella di creare un gruppo che avesse innanzitutto forti motivazioni a livello sia personale che di squadra.
Tutto questo contro Pistoia è mancato in modo eclatante ed è questo il punto dal quale deve partire la nostra riflessione. Poi, se è necessario, interverremo.
Lavorando comunque dietro le quinte.