Forse non ci avrebbe creduto nemmeno lui, se un anno fa, subito dopo aver conquistato la promozione in serie A, gli avessero detto che, appena 12 mesi dopo, una matricola come la sua Pistoia sarebbe stata capace di mettere in grossa crisi la corazzata Milano, trascinandola addirittura fino a gara-5, nei quarti di finale playoff.
Stasera, al Forum di Assago, Gek Galanda vivrà da protagonista la partita a cui nessuno, forse, avrebbe mai pensato di assistere. «E invece questa squadra è cresciuta nel tempo, alla faccia di chi ci dava per spacciati da subito, e gradino dopo gradino ha saputo fare sempre meglio, diventando una grande realtà» esordisce il grande ex varesino. «E stasera proveremo di nuovo a mettere in difficoltà Milano, a casa loro, all’arrembaggio: non scenderemo in campo senza speranze, ma daremo tutto quello che abbiamo».
Le cronache dicono che l’Armani si è aggiudicata, senza stravincere, le prime due gare della serie, a domicilio. Al PalaCarrara è stata un’altra storia, almeno dal punto di vista del risultato, «perché avevamo giocato meglio noi anche gara-1 e gara-2» afferma Galanda, che sfrutta la sua grande esperienza non solo in campo, negli spazi sempre preziosi che coach Moretti gli riserva, ma anche fuori, nel tracciare i perché di un risultato finora tanto inaspettato. «Milano ha sicuramente grande pressione addosso, ma non sta dimostrando di essere più forte di noi. Per questo si sta forse appigliando un po’ a tutto, giocandosela molto sul piano fisico».
Strategia poco redditizia, evidentemente, «anche perché puntare molto sui singoli non è il modo migliore per affrontare e superare le tensioni» afferma Galanda. «Fossi in loro, io cercherei più coralità nel gioco». Tensioni che sono pienamente esplose domenica sera in gara-4, con la doppia di espulsione di Washington e Gentile, che è costata a quest’ultimo la squalifica per la bella di stasera. «Un brutto episodio, che sarebbe meglio dimenticare» osserva Gek. «Alessandro è un giocatore giovane, che ha grande voglia di fare, ma gli manca quel pizzico di esperienza necessaria per affrontare queste situazioni ed evitare di reagire a eventuali provocazioni. Io, comunque, avrei preferito giocare anche contro di lui stasera».
Il futuro di Galanda è già noto: ha annunciato il ritiro ben prima di vivere l’esperienza di questi playoff. Emozioni che non possono mettere in dubbio una scelta così importante. «Amo vivere al massimo ogni momento e godermi il campo, finché ci sarà. Sono contento di tutto, ho deciso di rimettermi in gioco quest’anno, dopo i successi della stagione passata, per il ruolo importante che mi è stato affidato dentro lo spogliatoio di Pistoia».
Per seguire le orme del suo grande ex compagno di scudetto biancorosso, Gianmarco Pozzecco, è presto. «Il salto in panchina non è immediato e non lo è stato nemmeno per il Poz». Ma intanto una riflessione sul destino dell’attuale coach di Capo d’Orlando è più che naturale. «In pratica, Pozzecco ha già almeno una gamba in serie A, se non due, visto che è probabile che entrambe le finaliste dei playoff di LegaDue siano promosse» sottolinea Gek. «Il suo problema prossimamente sarà quello di scegliere fra due soluzioni comunque bellissime. Da parte mia, gli mando un grandissimo in bocca al lupo, qualunque sia la sua decisione, ma è ovvio che essendo io ancora tifoso di Varese preferirei senza alcun dubbio vederlo sulla panchina biancorossa».
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