– «L’emozione più grande in vetta ai 4061 metri del Gran Paradiso è stata vedere il sorriso di mia figlia». Maurizio Abbatangelo, meccanico di Tradate, ha una gran gamba per la montagna. Le camminate con gli amici non si contano ma la sua prima volta con piccozza e ramponi sopra i 4000 metri è stata più speciale di quanto possa esserlo per chiunque. Nella cordata di quattro a guidare il gruppo è stato Massimo Magnocavallo davanti a Margherita seguita dall’esperta guida alpina Giorgio Tessari e infine papà Maurizio.
Margherita Abbatangelo ha ventidue anni e convive dalla nascita con la sindrome di Turner. Massimo è la persona con cui Margherita ha iniziato tre anni fa un percorso basato sull’attività sportiva che gli ha cambiato la vita.
«Io non voglio passare per una eroina – precisa Margherita – solo vorrei si sapesse che quello che ho fatto non è da tutti ma l’ho fatto per tutti». Messaggio forte e chiaro che deve arrivare a chi come Margherita potrebbe sviluppare le proprie capacità
al di là di una patologia genetica complicatissima da capire per la gente comune e da studiare per la sua rarità.
Ecco perché Maurizio, sua moglie Daniela e la loro secondogenita Margherita sono con altre dieci famiglie tra i soci fondatori dell’ associazione “I Supersportivi” presieduta dal “capocordata” Massimo Magnocavallo. «L’idea di costituire una associazione ci è venuta il nel 2013 ad un convegno – racconta Magnocavallo – dove presentavo alcune attività sportive con ragazzi autistici e con disabilità motoria. Oggi svolgiamo attività integrate individuali e di gruppo coordinate dal sottoscritto, in rapporto “uno a uno”, con uno staff composto da 2 psicologhe cliniche e 3 laureati in scienze motorie».
Un impegno crescente e per certi versi innovativo. «Per quanto mi riguarda tutto ebbe inizio quando conobbi Oliviero Bellinzani. Indimenticabile. Con “I Supersportivi” intendiamo promuovere e comunicare lo sport come strumento abilitativo su soggetti con difficoltà e patologie motorie, intellettive e relazionali».
La “conquista” di Margherita è frutto di un lavoro intenso iniziato tre anni alla Milano Marathon dove la giovane tradatese corse con Magnocavallo la sua frazione di una staffetta benefica. «Da quando è nata, Margherita è stata seguita da diversi psicologi ma devo dire che il passaparola tra la dottoressa Paola Radrizzani e Massimo Magnocavallo ci ha aperto un nuovo e più grande orizzonte che vogliamo sia di stimolo a tanti altri genitori e ragazzi che come noi si ritrovano a vivere in situazione di oggettiva difficoltà per mancanza di informazioni e opportunità. La gioia di Margherita è la nostra gioia che vogliamo sia contagiosa per chiunque. Ecco perché in cima al Gran Paradiso abbiamo fatto la foto con un cartello che se da una parte dava il benvenuto alla nostra prima nipotina Iris dall’altra abbiamo scritto il nostro incitamento alla nostra associazione e ai tanti Supersportivi che conosciamo e, ne sono certo, conosceremo». Genitori collaborativi, propositivi e motivati come come Maurizio e sua moglie Daniela, passaparola, incontri tra persone giuste nel posto giusto in una società dove si sente dire ancora troppo spesso “per fortuna”.
La storia di Margherita dimostra una volta di più che il salto di qualità è a portata di mano. Basta sostituire la parola “fortuna” con “cultura”. Margherita ha ventidue anni, si è guadagnata la maturità al Liceo delle Scienze Sociali e partecipa, seguita da una educatrice del Comune di Tradate, a tirocini lavorativi. «Poiché lo sviluppo motorio è correlato allo sviluppo cognitivo – spiega la dott.ssa Radrizzani – i benefici conseguenti lo sforzo fisico nello sport più congeniale, oltre a generare soddisfazione e una spinta di passione, permettono di raggiungere risultati inaspettati, superando limiti e discriminazioni. Infine, lo sviluppo dell’autostima e i momenti di integrazione, socializzazione e inclusione sociale». E adesso? «In fondo – riprende Magnocavallo – salendo al Gran Paradiso Margherita ha partecipato e superato un corso intensivo di alpinismo. A questo punto perché fermarsi? L’obiettivo potrebbero essere i 4554 metri della Capanna sul Monte Rosa che porta il suo nome? È anche vero che da amante del triathlon mi piacerebbe che Margherita aggiungesse alla corsa e alla bici anche un’avventura nel nuoto magari attraversando lo stretto di Messina…”.