Il Ticino va alle urne. Beffa per i frontalieri?

Il Governo di Matteo Renzi ha promesso una drastica diminuzione delle tasse nel 2016, ma a rischiare invece di pagare più balzelli di quelli di oggi sono i lavoratori frontalieri che ogni giorno, di cui alcune migliaia provenienti dalla provincia di V

– A lanciare l’allarme è , parlamentare europea varesina di Forza Italia e vicepresidente del gruppo del Ppe nel Parlamento di Strasburgo.
«Dopo l’incontro che si è svolto a Bellinzona tra i rappresentanti del Canton Ticino e del Governo federale sulla fiscalità dei lavoratori frontalieri, dico chiaramente che qualsiasi decisione non potrà essere a scapito dei lavoratori italiani» afferma Comi, che è anche coordinatrice provinciale di Forza Italia.
In queste settimane, sono continui gli incontri in Svizzera a proposito dei rapporti tra la Confederazione elvetica e l’Italia e che porteranno inevitabilmente a una revisione del sistema dei ristorni.

«I frontalieri – spiega l’europarlamentare varesina – rischiano di trovarsi nella tenaglia della contesa tra Italia e Svizzera e pagare di tasca loro i provvedimenti che saranno presi».
Un dibattito influenzato fortemente in Svizzera dalle prossime elezioni federali in programma il 18 ottobre. I frontalieri varesini sono abituati a subire di tutto dai partiti politici ticinesi ed elvetici, come i manifesti in cui venivano ritratti come topi che portavano via il lavoro agli svizzeri.


La questione sul tavolo adesso riguarda direttamente il portafogli dei lavoratori e il regime di tassazione. «Ammontano a circa 60 milioni di euro le tasse dei lavoratori italiani girate ogni anno al Canton Ticino al di qua della frontiera» osserva Comi. Il sistema dei ristorni è destinato a cambiare; in che modo è oggetto di dibattito in queste settimane e sarà certamente materia della campagna elettorale delle elezioni del 18 ottobre.
Tra le ipotesi in campo, ce n’è una fortemente penalizzante per i nostri frontalieri.
«Si parla di tassare i frontalieri non più al 100% con aliquota svizzera come avviene oggi, girando poi circa il 40% del gettito all’Italia – sottolinea la deputata europea – ma al 60% con aliquota elvetica e al 40% con aliquota italiana, che come si sa è assai più elevata; in questo modo i lavoratori si troverebbero a pagare più tasse».

La Comi chiama in causa il Governo italiano e il premier Renzi perché si occupi della delicata questione.
«Mi auguro che il presidente del Consiglio eviti questa ipotesi, perché se vuole realizzare l’abbassamento delle tasse non può permettere che vengano alzate ai frontalieri» dichiara l’eurodeputata varesina, che chiama in causa anche Regione Lombardia.
«Dopo la tegola relativa alla richiesta del casellario giudiziale per poter ottenere il permesso di lavoro, iniziativa alla quale mi ero opposta, adesso si prevede una batosta fiscale – conclude la Comi – Regione Lombardia monitori attentamente; i lavoratori italiani non siano lasciati soli».