In provincia c’è una nuova politica

Conferma dei sindaci uscenti, trionfo del Pd, tenuta (altalenante) della Lega, caduta di Forza Italia; delusione dei Cinque Stelle; nascita di una “nuova” sinistra. Analizziamo le scorse elezioni a mente fredda e dal punto di vista territoriale.

Partito Democratico. Il trionfo nazionale travolge anche la nostra provincia. Nel Varesotto il Pd guadagna 15 punti, con vette di 18 a Busto Arsizio e 17 a Varese, Gallarate e Saronno. Il risultato sorprende gli stessi esponenti locali, che dovranno ora capitalizzarlo in vista delle prossime elezioni. Ma non solo. All’orizzonte, c’è la nomina dei nuovi vertici provinciali, che verranno scelti dai sindaci. Occasione ghiotta, che però fa il paio con un campanello d’allarme. Il Pd non è riuscito a eleggere molti dei suoi sindaci. Un fatto che, vista lo tsunami renziano, ha il sapore della beffa.

Forza Italia. La Caporetto nazionale si fa sentire anche qui. Nella nostra provincia gli azzurri perdono tra i 3 e i 5 punti rispetto alle politiche. Tuttavia, sul territorio, la macchina organizzativa funziona. L’associazione Agorà si è rivelata preziosa nel rafforzare l’identità laica e nel mobilitare i militanti. Lo dimostra il risultato di Lara Comi, rieletta a suon di preferenze. E poi c’è la conquista di alcuni comuni: Arcisate, Lonate Pozzolo, Olgiate Olona e Marnate. Ma anche Angera, dove Forza Italia ha sbaragliato sia il concorrente di sinistra, sia quello sostenuto da Lega e Ncd.

Nuovo Centrodestra. Risultato più che decoroso. Nonostante la giovane età, il partito di Alfano ha giocato una buon partita. I risultati migliori stanno là dove l’Ncd ha potuto contare sul radicamento dell’Udc. Prima di tutto, a Varese, dove grazie ai centristi gli alfaniani hanno superano la soglia del 6%.

Lega Nord. Esito multiforme. Nonostante la mancata elezione di Dario Galli a Bruxelles, il Carroccio gioisce per un risultato che, complice l’intelligente campagna di Matteo Salvini, risulta superiore alle aspettative. La Lega deve però fare i conti con un arretramento storico ormai consolidato. Buon risultato alle amministrative, dove il Movimento conferma tutti gli uscenti. Dato schizofrenico, quello del voto cittadino alle europee: la Lega guadagna terreno a Gallarate e Saronno, ma perde consensi nella città di Varese.

Movimento 5 Stelle. Delusione a tutti i livelli. Il risultato è di tutto rispetto, ma l’eccesso di superbia e di slogan come “Vinciamo Noi” si rivelano un boomerang. Numeri alla mano, la crisi non è certo irreparabile. Ma l’organizzazione liquida e virtuale del Movimento svela tutta la sua debolezza. Il passaggio dalle piazze piene al deserto, reso ancor più desolato dall’assenza di sedi, uffici e strutture, è la cartina tornasole di una forza politica che, come direbbe Kissinger, per non perdere è costretta a vincere.

L’Altra Europa con Tsipras. Sottovalutata e pressoché invisibile durante tutta la campagna elettorale, la nuova creatura di Ferrero&Co si è invece distinta con un risultato più che dignitoso. L’aspetto colto ed elitario di alcuni suoi esponenti ha scoraggiato l’elettorato più ruspante, attirando, però, gli esuli di una sinistra culturalmente nomade.

Ed è proprio il coriaceo posizionamento de L’Altra Europa ad affermare il “centrismo” renziano.

Matteo Inzaghi*

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