«Il Pd di Renzi ha trovato terreno fertile nella provincia del Nord». È l’analisi del professor, ordinario di scienza politica all’Università di Urbino ed editorialista di Repubblica, rispetto al voto europeo che ha sconvolto la mappa elettorale della provincia di Varese.
Il Pd che arriva quasi a triplicare la Lega Nord (41 a 14 a Varese città, ancor più del già di per sé clamoroso 37 a 16 in provincia) a casa di Bossi e Maroni è un segnale da interpretare.
La mappa di Ilvo Diamanti sulla crescita del Pd alle europee mette Varese tra i territori di maggior guadagno in termini elettorali, tra il 15 e il 16,7%, come in tutta la fascia “pedemontana” (Novara, Como, Lecco, Monza e Bergamo) e in altre fasce di quel Nord produttivo (quella padana, da Modena a Mantova e da Verona a Rovigo, a quella dell’estremo ovest, da Torino a Cuneo e Savona), anche se il vero boom è stato registrato in tutta la fascia centrale (Toscana e Marche) e in quella dell’alto Triveneto, dove il travaso di voti dal Movimento Cinque Stelle è stato più sensibile.
«È la provincia del Nord la vera base sociale su cui Renzi ha costruito questo risultato, quella più profonda se vogliamo caratterizzarla meglio, il nord della Lombardia, il Triveneto, il Piemonte» sottolinea il sociologo. «Sono proprio quelle aree in cui il Pd non riusciva a fare breccia, visto che, al di là delle tradizionali roccaforti rosse dell’Emilia, le zone di maggior presenza al Nord per i Democratici sono sempre state quelle dei contesti metropolitani e dei contest occupati dalla grande industria, con una maggior tradizione di voto operaio. Nel Nord invece non avevano mai votato Pd quei piccoli imprenditori e lavoratori autonomi, che d’altra parte sono una specificità italiana rispetto a tutti gli altri Paesi europei, dove un tessuto di piccola impresa così diffuso non esiste proprio».
Il messaggio del premier Renzi «ha influito» soprattutto in queste aree. Del resto lo stesso Diamanti ricordava ieri su Repubblica «un sondaggio a campione condotto da Demetra per conto di Confartigianato su 800 artigiani veneti, in cui il 34% annunciava che avrebbe votato Pd, mentre un anno fa il partito più votato dal medesimo campione era il Movimento Cinque Stelle».
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