TRADATE Cinque manifesti per cinque campagne choc. L’amministrazione comunale di Tradate vuole macinare nuovi importanti risultati in campo ambientale e sulle questioni di civiltà.
Questa volta non verrà allestita nessuna opera sullo stile della “casa del malconsumo”, la grande installazione artistica sul tema del riciclo della plastica che nel 2007 portò Tradate in giro per il mondo. Si punterà invece sull’efficacia comunicativa delle immagini stampate su una serie di manifesti, cinque in tutto, che abbracceranno tre grosse tematiche,
contraddistinte da altrettanti slogan: «I cestini non sono cassonetti», «La città non è un portacenere» e «Ne abbiamo le scarpe piene». Si prendono di mira i conferimenti anomali dei rifiuti, i mozziconi e le cicche buttate a terra e le deiezioni canine che ingombrano prati e marciapiedi.
«A fronte delle 219 multe che abbiamo dato lo scorso anno (di cui ben il 40% attribuibili ai pendolari del rifiuto) – spiega il vicesindaco Vito Pipolo, assessore all’Ambiente -, abbiamo deciso di dare un’ulteriore scossa alle coscienze, continuando nell’opera di comunicazione che abbiamo intrapreso ormai qualche anno fa. Il problema della cattiva gestione dei rifiuti va risolto e siamo consapevoli che si tratta di una questione di educazione. Crediamo che con le immagini forti che metteremo sui manifesti la gente troverà il modo di riflettere su determinati comportamenti che contribuiscono a peggiorare l’immagine e la vivibilità di Tradate».
Si tratta di cinque manifesti in tutto, che verranno esposti in cinque momenti diversi e consecutivi, cambiati ogni dieci giorni: «È l’ennesima opera di sensibilizzazione del Comune di Tradate sulla questione rifiuti, ma dopo – avverte Pipolo – ci sarà tolleranza zero». Vale a dire che deiezioni dei cani, cicche di sigaretta, chewingum e sacchetti fuori controllo verranno monitorati attentamente, anche con l’uso degli strumenti a disposizione della polizia locale per arrivare a sanzionare il maggior numero possibile di trasgressori: «Non riteniamo che la strada delle multe sia quella giusta – puntualizza l’assessore – ma dopo l’ennesima campagna di sensibilizzazione non ci saranno né se e né ma e tutti i trasgressori verranno puniti secondo quanto previsto dalle ordinanze».
Da segnalare che le immagini ritratte sui manifesti non sono state artefatte, ma sono il frutto di un lavoro fotografico fatto sul territorio: «Le foto sono state scattate nelle vie della città – conclude Pipolo – non a caso per ogni foto abbiamo specificato la via dove è stata scattata». Prevenendo le possibili polemiche sul contenuto ripugnante delle foto l’assessore taglia corto: «Le foto fanno schifo? Credo che sia peggio trovarsi questi regali sui marciapiedi della città».
b.melazzini
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