Ci sono date che entrano di diritto nella storia di una società. Il 6 settembre 2015 figurerà negli annali della Varesina come il giorno dell’esordio in serie D.
Vengono i brividi, se si pensa che il club rossoblù, appena cinque anni fa, batteva i campi polverosi della Terza categoria. Oggi alle 15 la squadra del patron Di Caro e del presidente Belletti sarà di scena al glorioso Rigamonti Ceppi di Lecco, dove giovedì scorso ci ha lasciato le penne l’Inter di Mancini in amichevole.
«Essere qui a parlare della serie D è qualcosa a cui devo ancora abituarmi: solo poco tempo fa non l’avrei neanche immaginato – sorride il patron Lino Di Caro – È un sogno che si realizza. Tra l’altro, ci aspetta un debutto di quelli tosti, perché andiamo ad affrontare in trasferta una squadra attrezzata come il Lecco. Sono già agitato…».
Un esordio impegnativo, quello contro i blucelesti del presidente Evaristo Beccalossi, ma proprio per questo stimolante: «Vedremo
subito di che pasta siamo fatti – osserva Di Caro – Giochiamo contro il Lecco: non mi sembra ancora vero. Una piazza importante, storica, ambiziosa. E una squadra tra le più accreditate per il grande salto in Lega Pro. Partiamo subito col botto, insomma».
«Sono curioso di vedere come i nostri ragazzi approcceranno la partita e la nuova categoria – continua – Ma in ogni caso ho fiducia nel fatto che, indipendentemente da come andrà a finire a Lecco, la Varesina possa disputare una stagione quanto meno dignitosa».
Cinque promozioni in altrettante annate: i tifosi sono abituati bene. C’è per caso intenzione di aggiungere la sesta perla consecutiva? «A dir la verità noi partiamo sempre a fari spenti. Non iniziamo le stagioni dicendo: quest’anno dobbiamo per forza vincere il campionato. Vediamo prima come si mette. Se si mette bene, come si dice: l’appetito vien mangiando…».
Il primo pensiero, dunque, «è quello di confermarci in questa categoria. Poi chissà, vediamo a dicembre come siamo messi: al limite c’è sempre tempo per intervenire e apportare qualche correttivo. Ma questo per noi dev’essere innanzitutto un anno di assestamento. Vincere ancora il campionato sarebbe troppa grazia».
Quel che è certo è che, indipendentemente dalla categoria, i capisaldi della Varesina rimangono sempre gli stessi: progettualità, organizzazione, attenzione al vivaio.
«Affrontiamo questa nuova avventura della serie D con grande entusiasmo – sottolinea il patron e vicepresidente della Varesina – ma continuiamo a lavorare bene anche col nostro settore giovanile: un obiettivo che ci siamo posti fin dal nostro ingresso in società. Siamo felici di constatare che il vivaio è in continua crescita. La prima squadra e il settore giovanile devono andare di pari passo: per noi sono altrettanto importanti».
E da questo punto di vista, comincia a dare i primi frutti la collaborazione instaurata nelle scorse settimane tra Varesina e Atalanta.
«Sta già andando bene, ma col tempo andrà sempre meglio. Ora noi siamo appena al primo anno in serie D, ed è difficile che una società di A mandi i propri giovani di talento a giocare in una neopromossa. Però ci hanno promesso che ci saranno sempre più vicini nei prossimi mesi. Sono sicuro che questa collaborazione ci porterà parecchie soddisfazioni».
Questa è la forza della Varesina: saper guardare sempre avanti. Una mentalità vincente che ha permesso ai rossoblù di cullare e poi centrare il sogno serie D. Un sogno che, dalle 15 di oggi, diventa realtà.