Tasi, benvenuti nella giungla delle aliquote. In attesa di capire se sarà una stangata, come prevede Bankitalia, l’unica certezza è che sarà la solita complicazione.
I Caf sono già pronti a mettersi le mani nei capelli: rischiamo di avere 139 diversi regimi di tassazione in 139 Comuni della provincia di Varese.
È scaduto sabato il termine ultimo per la pubblicazione, sul sito del dipartimento delle finanze del ministero dell’economia, delle aliquote della Tasi deliberate dai Comuni per consentire ai loro cittadini di pagarla entro la scadenza della prima rata, il 16 giugno.
Risale ad una decina di giorni fa la mini-rincorsa all’approvazione delle aliquote, che ha fatto salire a 35, su 139, il numero di Comuni della provincia di Varese che si sono messi in pari rispetto alla scadenza di legge. Fino a dieci giorni fa erano appena 14.
Poco male comunque per gli altri, visto che nel frattempo il Governo ha ufficializzato la proroga del pagamento della prima rata, assicurando nel contempo i trasferimenti finanziari-tampone per ovviare alla mancanza di liquidità in cassa a quegli enti che riscuoteranno la prima rata della Tasi in ritardo. I più preoccupati oggi sono i Caf, che dovranno studiarsi tutti i diversi regimi di attuazione: già oggi ce n’è praticamente per ogni Comune. I cittadini invece temono la batosta, dopo la stima di Bankitalia sul potenziale aggravio del 60% rispetto all’Imu.
Tra le grandi città, visto che Varese ha optato per il rinvio (con la contestazione della costituzionalità del tributo, nonostante il sindaco avesse spinto per l’approvazione immediata delle aliquote nei tempi previsti) mentre Gallarate ha approvato un azzeramento delle aliquote che è ancora passibile di ritocchi, l’unico test attendibile finora è Saronno. E dice male, perché l’aliquota è alta, al 2,5 per mille, con detrazioni a quota 100 euro per l’abitazione principale, più 25 euro per ogni figlio a carico al di sotto dei 26 anni di età.
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