Lo sbarco dei mille, nella storia, l’hanno già realizzato altri e si sa per certo che ha portato bene all’impresa. Il popolo biancorosso si sta dando da fare per ripetere l’operazione e già ieri in tanti si sono messi in fila alla Casa del Disco per accaparrarsi il prezioso tagliando che vale un posto, venerdì, al Silvio Piola di Novara, nell’andata dei playout (già venduti 303 biglietti, la prevendita terminerà domani alle 19).
E se già sabato 24 maggio, in campionato, le presenze varesine in curva erano 500, «questa volta speriamo di essere almeno il doppio», afferma , uno dei primi ad acquistare il biglietto.
Spirito garibaldino dunque: «Ma la parola d’ordine deve essere umiltà, perché, malgrado i segnali incoraggianti venuti dalle ultime due gare, non bisogna parlare troppo forte e soprattutto occorre essere superiori, come siamo capaci di essere, rispetto alle eventuali provocazioni che potranno giungere dall’ambiente».
«Ora che c’è Bettinelli ci crediamo davvero – commenta – Con lui in panchina, la squadra ha ritrovato la condizione fisica perduta e la solidità difensiva: insomma, corriamo più degli altri e non subiamo gol, mentre prima erano sempre gli avversari a precederci sul pallone». Il nuovo corso, insomma, ha già dato i suoi frutti: «E sono convinto che, pur senza mai perdere di vista il rispetto nei confronti dell’avversario, giocheremo per vincere e non per il pareggio».
Del resto, «Bettinelli è stato vice di Sannino e di Maran» sottolinea , tifoso assiduo che per questa partita così importante porterà con sé in trasferta anche il padre , all’esordio stagionale allo stadio. «Sarà fondamentale il giusto approccio alla partita – aggiunge – il nostro nuovo allenatore saprà sicuramente trasmetterlo ai giocatori».
Psicologia, fattore decisivo. «Un po’ di paura è inevitabile che ci sia, ed è legata alla situazione in cui ci troviamo e nella quale ci siamo infilati da soli – dice – Spero in una punizione vincente di Zecchin e poi nell’ingresso di Forte, uno che spacca le partite».
Timori se ne sono vissuti davvero tanti nel corso della stagione: «Circolano pochi danée, ma questo è un problema di tutto lo sport, varesino e non solo – afferma , che rimpiange epoche d’oro passate – Però dobbiamo anche saperci accontentare, questa è la dimensione attuale ed è giusto lottare per i traguardi che oggi ci troviamo di fronte». L’importante, dunque, è salvarsi.
Che si parli di campo o di sopravvivenza. «Questo è quello che conta per chi, come me, vive il Varese da tifoso da quando aveva 13 anni: oggi ne ho 59», sottolinea , abbonato fedele ma anche attento alle dinamiche finanziarie, oltre che sportive. «La vittoria sul Siena ha dimostrato che lo spirito è cambiato – sottoscrive – Ora bisogna stare calmi e mantenere i piedi per terra, anche se sappiamo di avere tradizione favorevole a Novara. Peccato però che Bettinelli non sia stato messo lì prima».
«Cambiando prima forse si potevano anche inseguire i playoff – aggiunge – Confido in Pavoletti, in Forte e negli altri giovani: personalmente apprezzo Tremolada ed Ely».
«Azzeriamo tutto e pensiamo solo a correre più di loro» è l’input di : «Perché la svolta sembra davvero esserci stata, ma si salva chi ci crede di più».
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