C’è un gallaratese tra i 23 azzurri in partenza per il Brasile: corona il sogno di una vita e giocherà i campionati del mondo di calcio. «Siamo felicissimi», racconta il papà .
«Ci siamo sentiti domenica sera, anche lui era molto contento perché questa convocazione era abbastanza inattesa – spiega il signor Parolo – O meglio, lui ci sperava. Ma un conto è la speranza, un altro è riuscire davvero a concretizzarla».
E probabilmente sulla decisione di ha influito anche l’infortunio di , che sabato sera in amichevole con l’Irlanda si è rotto la tibia.
«Diciamo che può aver spalancato una porta che però non era chiusa – afferma il padre – Marco è stato per tutto l’anno nel giro della nazionale ed è stato protagonista della cavalcata del Parma», arrivato sesto in campionato ma escluso dall’Europa League per ragioni fiscali. «Un allenatore come lo ha fatto crescere a livello di personalità», aggiunge.
Tutte caratteristiche riconosciute anche dal commissario tecnico della nazionale: «Prandelli gli ha detto che in questi 15 giorni di ritiro gli ha fatto una grande impressione per l’impegno, la serietà e la capacità di stare in campo e con gli altri: ha confidato che l’aveva fatto vacillare già prima dell’infortunio di Montolivo».
Insomma, «non era uno di quei 17-18 che avevano il posto garantito, ma era tra quelli che potevano giocarsi una maglia. E Marco se l’è giocata bene fino in fondo». Senza invidie e senza rancori: «Al telefono mi diceva che sarebbe stato un delitto non portare », diretto concorrente per un posto in squadra.
Domenica sera, quando i telegiornali hanno annunciato l’elenco dei convocati, i genitori di Parolo non hanno avuto il tempo di commuoversi. «Abbiamo ricevuto un sacco di telefonate, tra amici e parenti che erano molto felici della notizia. Scherzando ci dicevano che adesso saremo obbligati a stare svegli di notte».
La partita d’esordio contro l’Inghilterra è in programma infatti a mezzanotte di sabato 14 giugno: «Avremmo fatto il tifo comunque per l’Italia, ora la sosterremo con più passione». E con la speranza di arrivare fino in fondo.
Del resto, Marco l’aveva detto che avrebbe partecipato a questi Mondiali: era il 9 luglio 2006, il giorno della finale di Berlino, quando Fabio Cannavaro alzò la coppa. «Stava tornando da una vacanza a Santo Domingo con sua moglie , che all’epoca era la fidanzata. Lei gli disse che, in viaggio, si sarebbe perso la partita. E lui rispose che tanto nel 2014 i Mondiali li avrebbero giocati in Brasile e ci sarebbe stato anche lui».
Chissà se stavolta ha già deciso chi, nel caso, alzerà la coppa il 13 luglio a Rio de Janeiro.
© riproduzione riservata