Per sapere quale fosse lo stato d’animo di Giuseppe Pirola – mister Unendo Energia Italiana – subito dopo la partita di sabato contro Conegliano, basta guardare una foto che gli ha scattato il nostro Daniele Belosio: si vede Pirola felice come una pasqua, mentre urla tutta la sua esultanza abbracciato al direttore generale Massimo Aldera. Pura gioia, da tifoso vero, prima ancora che da sponsor.
Si sbaglia. Io non ero deluso neanche prima della partita con Conegliano.
La mia fiducia in questa squadra non è mai stata scalfita. Non ero deluso. Solo un po’ preoccupato, perché quando non arrivano i risultati può affiorare un po’ di nervosismo e di perdita di convinzione. Per quanto mi riguarda ho avuto solo la conferma di ciò che già pensavo.
Che prese singolarmente le nostre giocatrici non hanno rivali. Si trattava solo di ritrovare un po’ di fiducia e amalgama.
Lo sono. E sono convinto anche che passeremo il turno in Champions League. Questa Unendo Yamamay è una squadra costruita per vincere, e posso garantire che vincerà.
Voi giornali avete montato un caos per una cosa minima. Non mi pare sia successo nulla di così grave.
Ma qualche fischio ci può anche stare, non è certo un dramma. È solo un modo per spronare la squadra a fare meglio. Poi va detto anche che il pubblico di Busto negli ultimi anni ha fatto la bocca buona, non si accontenta facilmente. Ma se le critiche sono costruttive non c’è nessun problema.
Anch’io mi sono fatto prendere dall’entusiasmo. Dopo gli ultimi risultati negativi mi sono detto: qui bisogna fare qualcosa di scaramantico per invertire il trend. E allora prima della partita mi sono comprato una sciarpetta biancorossa che ho indossato per tutta la partita. Visto che ha portato fortuna, adesso mi vedrete sempre con la sciarpa.
Ho abbracciato Aldera perché lui crede tantissimo in questa squadra, e non si capacitava di come potessero non arrivare i risultati. E poi voglio ringraziare la capitana, Cisky Marcon. Vi svelo un aneddoto. Prima della partita le ho mandato un sms da leggere a tutte le sue compagne: le ho scritto che sono forti e che, rimanendo unite, possono raggiungere tutti i traguardi. Ho chiuso il messaggio aggiungendo che, se avessero vinto, le avrei volute tutte sotto la tribuna Unendo. Cosa che è puntualmente successa.
Intanto una premessa: Valentina, che sarà nostra testimonial anche nel 2015, continua a fare un tifo sfrenato per l’Unendo Yamamay, come si è visto anche quand’è venuta al palazzetto per vedere la partita contro Firenze. Tornando alla sua domanda, dico che lo spirito della mia azienda è rappresentato dal gruppo nel suo complesso, perché il gruppo è la cosa che conta di più. Se devo indicare un nome, dico Marcon, proprio perché è il capitano, e da capitano deve guidare l’equipaggio verso i traguardi che tutti ci aspettiamo.
La volontà da parte mia c’è. D’altro canto io devo anche pensare a far quadrare i conti della mia azienda. Sono due esigenze di cui devo tener conto. L’idea è quella di continuare questo progetto, che è solo all’inizio: tre anni sono pochi, ne servirebbero almeno altri tre per consolidarlo. E d’altra parte, ribadisco, devo anche considerare i conti dell’azienda che guido.
Tenga presente che il settore in cui opera Unendo Energia Italiana è uno dei più bistrattati e tartassati dalle istituzioni. Tra decreto spalma-incentivi e altre regole rigide, si sono create delle situazioni che faranno perdere del denaro all’azienda: l’anno prossimo le nostre entrate saranno decurtate del 10%. Non posso permettermi di non pagare lo stipendio a un dipendente per impegnarmi in una cosa pur bellissima e nobile come lo sport.
Calma, non è così. Dico solo che dovrò ponderare queste due esigenze: la volontà di andare avanti con la sponsorizzazione e la necessità di far quadrare i conti aziendali.
A Busto stiamo facendo degli investimenti importanti: se ci sarà stato un ritorno, bene, altrimenti dovrò dire “pazienza, ci ho provato”. Ma c’è ancora tempo per tirare le somme e decidere.