Piccolo è bello. Anzi: piccolo è meglio. Lo sanno bene alla Gimac, classico esempio dell’impreditoria vincente, che con meno di 25 dipendenti e un’esperienza trentennale nella produzione di macchinari per la produzione di componenti di plastica destinati alla chirurgia non invasiva, esporta in tutto il mondo una tecnologia di natura artigianale, nata negli anni ’80. L’idea vincente, di puntare al piccolo mentre tutti correvano verso il grande, è stata potenziata da Simone Maccagnan, 35 anni, nessuna voglia di trasferirsi all’estero e una grande esperienza nel settore delle nanotecnologie applicate alla medicina. Maccagnan investe sui giovani e non teme la crisi: nel 2012 la produzione ha registrato un aumento del 18% e da allora la crescita non si è più fermata.
Negli anni l’azienda ha sviluppato avveniristici come ad esempio gli scaffold, oggetti di plastica che vengono fatti interagire col corpo per riformare cartilagini, ossa, pelle, eccetera. Questa è una parte del business. Poi c’è il settore industriale al quale viene trasferita tecnologia sviluppata per settori a più alto valore aggiunto come ad esempio il settore dei dispositivi medici. Gimac sviluppa da sola una soluzione e la propone al mercato. Trova il primo cliente al quale viene dato un periodo di esclusiva.
«Nel frattempo non ci fermiamo – spiega Maccagnan – Lavoriamo per trasferire la nuova tecnologia ad altri settore di mercato». In sintesi: ricerca e sviluppo ad altissima potenzialità, applicate a diverse soluzioni di mercato. Le parole chiave, però, restano ricerca e sviluppo. «Sono fondamentali. Così come lo è la lealtà, la voglia di viaggiare e la fiducia in se stessi. Noi investiamo tra il 20 e il 30 per cento del fatturato annuo in ricerca e sviluppo. Viaggiamo tanto alla ricerca del mercato migliore, non del mercato più comodo, e crediamo nella lealtà e nella trasparenza verso tutti: verso le banche, verso i fornitori, verso i clienti».
E Maccagnan, che guarda sempre al lavoro del padre come ad un’ispirazione, e sottolinea come i rapporti di assoluta trasparenza con le banche, li abbia sempre curati la madre, assicura: «Non lasceremo Castronno. Noi investiamo tutto in ricerca, non ci serve una pressione fiscale diversa. E Castronno è perfetta: vicina ad autostrada e aeroporto, ci vivono ragazzi svegli e attenti ed è ben amministrata».
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