Quattro proiettili per quattro sindacalisti presenti alla trattativa con Sea su Airport Handling: il cielo di Malpensa e Linate si rannuvola incredibilmente, quasi si fosse tornati al clima degli anni di piombo.
Un brutto, bruttissimo gesto. Un segnale inquietante che sarebbe dovuto essere recapitato ai rappresentanti dei lavoratori da un dirigente Sea.
Chi ha infilato i proiettili in una busta voleva che fosse l’azienda a consegnare le lettere “esplosive” a Franco Brioschi (Filt Cgil), Liviano Zocchi (Uiltrasporti), Andrea Orlando (Flai Trasporti e Servizi). Il quarto sindacalista non vuole sia fatto il suo nome e noi rispettiamo la sua richiesta di privacy. Ma in Sea le missive non sono mai arrivate, intercettate al centro di smistamento postale di Milano e sequestrate dalla Polizia di Stato che, ieri mattina, ha invece chiamato in questura i diretti interessati, ignari della brutta sorpresa.
Un colpo basso per chi da quasi un anno sta seguendo passo passo la vicenda di Sea Handling, multata dalla commissione europea per le ricapitalizzazioni in suo favore effettuate da Sea spa che l’Europa ha ritenuto concorrenza sleale.
A mettere in moto l’Ue, l’esposto di ignoti, ma chi rappresenta i cinquemila lavoratori di tutto il Gruppo Sea non si è mai sottratto alle proprie responsabilità. È andato avanti, anche a testa bassa, anche a suon di insulti. Ora, però, la lettera minacciosa, già presa in consegna dalla Digos che sta indagando non solo sulle quattro buste coi proiettili.
Tra l’altro ieri e ieri, infatti, le sedi regionali di Filt Cgil e Uil Uilt sono state le prime a ricevere anche un’altra lettera, sempre indirizzata agli stessi soggetti con all’oggetto “supposte dorate esplosive per voi”. All’interno un messaggio per sapere se il dirigente Sea, definito «marionettista», avesse fatto o meno “il proprio dovere” consegnando le buste con i bossoli e l’avvertimento, in caso contrario, di chiederne conto e andarsele a prendere.
Chiaro l’obiettivo di mettersi di traverso alla trattativa in corso, insinuando collusioni e dichiarando aperte minacce ai quattro. Un sorta di “caccia all’uomo” per intimidire e mettere paura che soltanto ieri mattina i sindacalisti hanno conosciuto in tutta la sua interezza. «Se si arriva a questo livello quando si salvano tutti i posti di lavoro», dice davvero sconsolato Franco Brioschi (Filt Cgil) lasciando puntini di sospensione che fanno solo male.
«È un episodio che si commenta da solo» si limita ad aggiungere, 35 anni di sindacato nei Trasporti alle spalle. «È stato alimentato e si alimenta un clima di odio». Più deciso Andrea Orlando (Flai Ts): «Determinati atteggiamenti devono finire. Va bene il dissenso, ci mancherebbe, ma da esprimere con correttezza, non con l’intimidazione. Noi accettiamo le critiche e siamo disposti a fare anche passi indietro, ma non di fonte a una pallottola. Invece è caccia al sindacalista come fosse responsabile di tutto, mai impegnato per il bene dei lavoratori. Sui social network si dà libero sfogo agli insulti, giusto per dare la colpa agli altri, a chi cerca di costruire anziché distruggere».
Amarezza e rabbia avvolgono i sindacalisti che hanno chiuso un’ipotesi di accordo «al meglio possibile» e comunque da passare al vaglio dei lavoratori con un referendum.
«È stata una trattativa di un anno e mezzo, molto travagliata e complicata e non certamente agevolata da chi era contrario», commenta Liviano Zocchi (Uiltrasporti).
«Il clima è teso e, nella tensione, ci sono le frange estreme ma io credo serva ragionevolezza per costruire un percorso comune, per il bene dei lavoratori. Invece si alimenta la rabbia, come se con la rabbia si potesse migliorare la situazione e trovare la soluzione migliori».
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