Sub annegato nel lago Computer da polso in tilt

COMO Il computer trovato al polso di Giuseppe Ravizza era guasto. È presto per comprendere le cause della tragedia costata la vita a un sub comasco, domenica nelle acque alla fine di viale Geno, ma in queste ore è emerso che il profondimetro che tutti i sommozzatori indossano per avere sempre sotto controllo i dati della loro immersione era bloccato.
Potrebbe essere stato proprio questo guasto a trarre in inganno l’esperto sub di Rebbio, morto per annegamento e non a causa di un malore,

come inizialmente ipotizzato.
Il computer che registra costantemente i dati di profondità è uno strumento indispensabile per consentire ai sommozzatori di conoscere sempre con esattezza l’andamento dell’immersione. L’ausilio del computer è ancor più importante quando il sub sa di non poter andare oltre a certi limiti, come nel caso di Ravizza e dei suoi due amici della Como Sub che domenica scorsa erano impegnati in una missione con limite massimo sui 40 metri.
E, in effetti, dall’elaborazione dei dati dei computer dei compagni di immersione la profondità massima raggiunta è stata di 35 metri. Ravizza è stato trovato a 54 metri, forse tradito dal blocco del profondimetro. A quelle profondità il rischio di narcosi, per i sub, è infatti in agguato.

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a.savini

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