– «Sindaco, revochi le deleghe a Binelli che, prendendo a pretesto la strage terroristica di Parigi, ha riproposto considerazioni e giudizi tipici di chi trova nutrimento culturale e politico nell’istigazione all’odio razziale e religioso». Questa è la richiesta presentata da (Sel) e sottoscritta da (Pd) e (M5S) durante la riunione dei Capigruppo.
Nel mirino l’intervista pubblicata sul nostro giornale l’11 gennaio, nella quale l’assessore all’urbanistica, commentando il video “Allahu Akbar” diffuso dal movimento politico “Britain First”, ha fatto alcune dichiarazioni sul comportamento degli immigrati islamici in territorio straniero.
Per esempio, Binelli ha detto: «Non è che il terrorismo islamico sia qualcosa di diverso della religione islamica, dal momento che rappresenta una interpretazione quasi letterale del Corano».
E ancora: «L’islam non si integra, si va a sostituire al sistema che c’è. Lo dimostra la storia dei Paesi oggi considerati islamici e che una volta sono stati la culla del cristianesimo. Come Siria, Turchia ed Egitto». Binelli ha avanzato anche una soluzione: «È evidente che non possiamo ospitare delle comunità
che hanno come obiettivo la nostra distruzione».
«Credo che l’Europa stia sbagliando e che si dovrebbe fare come i Greci nel 1923 (quando i cristiani dell’Anatolia vennero trasferiti in Grecia, mentre i cittadini greci di fede islamica furono trasferiti in Turchia, ndr)».
Altre valutazioni riguardavano nello specifico la comunità islamica di Varese, che ha intitolato la moschea di via Giusti a Omar al Faruk, «il secondo dei califfi che sconfisse i Bizantini e che fece bruciare la biblioteca di Alessandria perché “difforme dal Corano”».
Esempio – secondo Binelli – di come la comunità islamica di Varese «ha scelto l’intolleranza come riferimento culturale».
Queste affermazioni non sono piaciute all’opposizione che le definisce «guidate dal pregiudizio e da uno spirito discriminatorio illegittimo». «L’equiparazione tra terrorismo e immigrati islamici e la denigrazione di una intera comunità rappresenta un fatto di gravità inaudita e un atto irrispettoso e provocatorio contro tutti gli immigrati che vivono onestamente del proprio lavoro e si comportano da cittadini rispettosi delle leggi e della convivenza civile» dicono i firmatari del documento.
Che aggiungono: «L’assessore in un crescendo delirante si spinge al punto da proporre deportazioni forzate per quanti con la loro presenza turberebbero la purezza etnica degli autoctoni».
Ci risiamo. Secondo i capigruppo ci sono i presupposti per creare un nuovo “caso-Clerici”, assessore che è stato mandato via per le parole offensive usate contro i partigiani.
«La città di Varese, dopo i precedenti dell’altro assessore rimosso, non ha proprio bisogno di vedere ancora compromessa la propria immagine con “esternazioni” offensive nei confronti di persone, cittadini, comunità» scrive Rocco Cordì.
Come finirà? Forse la miglior soluzione l’ha suggerita portavoce della comunità islamica: una sfida per capire quando si sa davvero del Corano.