– Un’azienda artigianale a conduzione familiare, da Cavaria con Premezzo alla conquista dei mercati mondiali, con un prodotto unico come le macchine per la stampa a tampone, prima impresa in Italia ad adottare questo brevetto di origine tedesca.
La Comec Italia ha fin dentro nel nome il suo legame forte con il territorio della provincia di Varese; la lettera C finale sta per Cavaria, preceduto semplicemente da ciò che quotidianamente si fa nello stabilimento sin dal 1970, ovvero costruzioni meccaniche. La Comec è guidata da Walter Baggini, un diploma da perito elettrotecnico, cavaliere della Repubblica, imprenditore dell’anno Ernst & Young nel 1999 e una laurea honoris causa in scienze industriali all’università di Roma, da suo fratello Edgardo e dal figlio Manuele, che si occupa della parte commerciale e gira il mondo.
L’azienda varesina conta 80 dipendenti, svariate filiali sparse in tutto il pianeta e come primo mercato di riferimento quello statunitense. Alla Comec si costruiscono macchine per stampare tutto lo stampabile, compresi i materiali più complessi e delicati; i clienti dell’azienda di Cavaria sono tanti, prestigiosi, famosi in tutto il mondo e operanti nei settori più disparati: elettrodomestici, articoli sportivi, prodotti elettronici, calzature, cosmetica, particolari per auto e prodotti alimentari.
Alla Colmec non c’è nulla che non possa essere stampato con il sistema a tampone,
che garantisce massima precisione e soluzioni su misura del cliente. «L’azienda – spiega Walter Baggini, imprenditore vecchio stampo che passa le sue giornate in stabilimento a contatto con i suoi dipendenti – è partita come attività artigianale e poi si è sviluppata, pur mantenendo sempre un taglio artigianale, puntando sulla tecnologia che ci ha permesso di diventare leader mondiali della stampa a tampone».
La ricerca di nuove soluzioni e nuove tecnologie non si arresta; la Colmec sta sviluppando negli Stati Uniti un innovativo sistema di stampaggio. «Facciamo tutto in casa, dalla A alla Z – prosegue Baggini – questo è un altro punto di forza della nostra attività; ci sono persone che hanno iniziato a lavorare da noi quando erano ragazzini e sono ancora qui. Più che un’azienda è una grande famiglia; dalla Comec in tutti questi anni non è andato via mai nessuno».
L’atmosfera particolare, di grande affiatamento tra dipendenti e tra questi e la proprietà, è una delle prime cose che si notano girando nello stabilimento di Cavaria, in tutti i reparti; Walter Baggini conosce la storia familiare di ogni suo collaboratore.
Tutti lavorano in armonia, nella stessa direzione, per portare la Comec sul tetto del mondo; un valore aggiunto che anche i clienti dimostrano di apprezzare. «Sviluppiamo il nostro business per l’80% circa verso l’estero, in particolare negli Stati Uniti, ma anche in Francia, Polonia, Germania, Svizzera e India giusto per fare qualche esempio – sottolinea l’imprenditore – abbiamo anche tanti clienti italiani che lavorano all’estero». Alla Colmec non si progettano e realizzano soltanto nuovi macchinari per lo stampaggio, ma si assistono i clienti nella manutenzione delle macchine, nella vendita degli inchiostri di alta qualità, nella sostituzione dei tamponi e dei cliché.
«Il 70% dei nostri clienti ritorna da noi – racconta Baggini – Al cliente offriamo un servizio a 360 gradi, costruendo macchine su misura; abbiamo realizzato in tutti questi anni di attività circa duemila tipi di tampone diverso».
Quello praticato in casa Colmec è un made in Italy non certo fine a sé stesso. «Per fare bella figura non basta presentarsi con al braccio una bella donna, bisogna saper fare le cose bene» spiega con una metafora l’imprenditore di Cavaria. Alla “bellezza” del prodotto italiano, bisogna aggiungere ricerca, nuove tecnologie e cura del dettaglio.
In questo modo si sconfigge anche la crisi economica; «non parliamo troppo forte perché porta sfortuna – afferma Baggini – ma siamo pieni di lavoro da qui fino al mese di luglio».
Lavorando molto con l’estero qualche intoppo e rallentamento purtroppo c’è, come nel caso di Russia ed Ucraina. «Abbiamo delle commesse importanti ma a causa delle sanzioni e della crisi diplomatica tutto è fermo» conclude l’imprenditore.