E’ strano come a volte certe pubblicità ci possano riportare indietro nel tempo, un tempo magari neanche tanto lontano ma che la folle corsa verso un immediato e frenetico futuro, imposta dalla realtà virtuale, ci fa apparire ormai obsoleto. Mi è accaduto l’altra sera nello sfogliare l’ultimo programma del Teatro alla Scala. E lontano lontano nel tempo come cantava Tenco, mi sono apparse immagini della mia gioventù in cui tali personaggi si muovevano ancora in molte dimore varesine.
Le “signorine” che ci accudivano parlandoci in francese, inglese o tedesco propinandoci le regole del galateo e della buona creanza, i maggiordomi che servivano il risotto giallo in guanti bianchi, le cui uniformi dovevano rigorosamente provenire dal negozio di via Manzoni a Milano, ora scomparso, o forse spostato in altri lidi.
E poi le cameriere nelle loro tenute differenti, quelle per sbrigare le faccende domestiche, armate dall’insostituibile piumino, che venivano rimpiazzate all’ora del tè da quelle in tinta unita con tanto di candido grembiulino a volants. Insomma un mondo tutto frou-frou e bijoux che è stato rimpiazzato da un altro, sciapo e straccione ove il galateo è inesistente. In quegli anni, gli indimenticabili Golden Sixties, ma pure i Seventies e anche gli Eighties i fornitori, quelli degni di rispetto, consegnavano a domicilio accolti con arcigna sufficienza dal personale di casa. Ora invece le signore, e anche qui sempre più spesso si fa per dire, arrancano trafelate correndo dietro a carrelli stracolmi mentre discutono di lavoro al cellulare e l’ora del tè si è tramutata in un caffè in piedi al bar.
Che differenza rispetto alle nannies che portavano a spasso i pargoli sprofondati in immacolate lenzuoline ricamate a mano sovrastate da soffici copertine all’uncinetto spingendo d’un fare solenne i maestosi landò. Cosa sia meglio o peggio non sta a me dirlo, la felicità non è la stessa per tutti, c’è chi tocca il cielo con un dito dopo aver acquisito un cellulare di ultima generazione e un altro che lo è dopo averlo spento. Certamente le generazioni nate dopo non potranno mai capire quanto sia a volte difficile, per coloro che hanno avuto modo di assaporare l’armonica bellezza di quegli anni doversi confrontare con la disarmonica bruttezza da cui siamo ormai irrimediabilmente avvolti.
© riproduzione riservata