– Le studentesse, per nulla convinte, si sono rassegnate al trasferimento di sede. Sì, perché per le ragazze l’anno scolastico inizierà con una sorpresa non troppo gradita, appresa solo pochi giorni fa: saranno, infatti, dirottate nella sede dell’istituto professionale, in via Moro.
Lasceranno, non senza mugugni e lamentele, l’ambiente nel quale hanno studiato durante il triennio. Una decisione vissuta come un fulmine a ciel sereno che ha disorientato tutti, studentesse e genitori, tanto da innescare l’incontro
d’urgenza che si è svolto ieri pomeriggio. Un incontro che di fatto non ha modificato la situazione di una virgola.
Hanno spiegato i genitori (ne erano presenti una quindicina): «È stato confermato il trasferimento in via Moro. Siamo tutti molto dispiaciuti per una serie di motivi». A cambiare sede sono le tre classi quarte: «Innanzitutto – dicono i genitori – c’è un aspetto di principio che non può non essere tenuto in considerazione. Non avevamo ricevuto alcun tipo di comunicazione, poi tre giorni fa le ragazze hanno scoperto il trasferimento consultando il sito internet della scuola. Ci siamo ritrovati tutti spiazzati: non si può non dire niente e poi pubblicare il provvedimento sul sito, a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico».
«Già di recente – insiste un genitore – c’era stato il precedente dell’indirizzo linguistico, ma in quel caso il trasferimento non è mai avvenuto. L’anno scorso è accaduto con scienze umane e quest’anno la vicenda si è ripetuta. Ci chiediamo per quale motivo solo scienze umane».
Poi sono entrati nel merito del provvedimento: «La più grande preoccupazione è che le ragazze siano strappate a un ambiente a loro familiare. Lasciare lì tre classi non ha senso, sembra quasi di isolarle. Ci è stato spiegato che sono state mandate lì anche perché hanno i professori in comune. E qui si pone l’altro problema: se i professori sono già lì non ci saranno ulteriori disagi, ma se devono arrivare dal Curie per fare lezione quanto tempo si perderà ogni volta? C’è anche una questione di natura didattica».
«Ci siamo lasciati – conclude un genitore – con la promessa che ci incontreremo a ottobre per fare il punto». Ma intanto qualcuno ha già minacciato di cambiare scuola.