ROMA Marini al Quirinale, i parlamentari Pd sperimentano il dissenso “social”. La base democratica in rivolta su facebook e twitter: «Marini no, votate Rodotà». La notizia dell’accordo tra Bersani, Berlusconi e Monti sul nome dell’ex presidente del Senato Franco Marini come nuovo Presidente della Repubblica scatena i militanti della base: da ieri sera bacheche bollenti su facebook per i parlamentari del Pd, tutti eccetto Daniele Marantelli che come noto non frequenta i social network.
Fioccano gli appelli per Rodotà e contro Marini, e dopo l’assemblea dei gruppi che sancisce la spaccatura interna sul nome dell’ex sindacalista arrivano le prime dichiarazioni di voto. Angelo Senaldi, “renziano”, si allinea subito al gruppo dei fedelissimi del sindaco di Firenze: «Che tristezza la proposta del segretario. Solo il 40% ha votato per marini e si vuole andare avanti lo stesso. Non posso votare chi vuole spaccare il PD».
Maria Chiara Gadda, bersaniana, non ci sta e lo dichiara subito: «I partiti vengono dopo! Stimo Marini, uomo forte e onesto, ma domani io voterò con uno sguardo in avanti. Per questo mi sono candidata e manterrò fede all’impegno preso con i cittadini e tanti militanti del Pd».
Erica D’Adda non si esprime ma spiega come è nata la scelta in seno ai gruppi parlamentari: «Senatori e deputati sentiti uno a uno, criteri pressoché unanimi: figura di alto profilo istituzionale, con esperienza, condiviso, da eleggere alla prima votazione».
Ma i commenti della base sono a senso unico: tutti chiedono ai parlamentari varesini di «non votare Marini», chi per puntare dritto sul candidato proposto dai grillini, Stefano Rodotà, chi per poter ridiscutere la scelta dopo un’eventuale bocciatura alla prima ?chiama? di Montecitorio. C’è chi vede «il suicidio» o «la fine» del Pd e chi minaccia di riconsegnare la tessera se Marini dovesse essere eletto. Tra i dissenzienti ci sono anche figure di primo piano del Pd a livello provinciale, dirigenti, amministratori locali, segretari di sezione, tra cui Roberto Caielli, Jimmy Pasin e il sindaco di Gorla Minore Giuseppe Migliarino. Ora, nel segreto dell’urna, conterà di più l’onda di dissenso social o la lealtà al segretario Pierluigi Bersani?
Andrea Aliverti
b.melazzini
© riproduzione riservata