SESTO CALENDE Lutto nel mondo dell’imprenditoria sestese. Tutta la città ieri si è stretta intorno alla famiglia Fontana, per dare l’ultimo saluto al capostipite di una delle più importanti dinastie di orefici, presente sul territorio fin dalla prima metà del Novecento.
Ferdinando Fontana (per tutti Nando), scomparso all’età di 88 anni, fu imprenditore che pose le basi della prestigiosa azienda orafa Fontana, suddivisasi poi in diversi rami: la GTF, specializzata nella produzione di casse e bracciali per orologeria,
la Lascor spa, orientata alla fabbricazione di casse e orologi d’acciaio e alluminio, successivamente ceduta all’azienda svizzera Swatch, e la Fontana Gioielli. Della famiglia anche alcuni negozi, aperti dai fratelli Luigi e Sergio a Sesto, Angera e Varese e la catena di negozi Rocca. Oggi succedono a Nando i figli Pietro e Carlo, da sempre occupati nelle aziende di famiglia, che con le mogli Emilia e Lucetta e i nipoti hanno partecipato alla cerimonia funebre in una Abbazia gremitissima. Nell’omelia don Luigi Ferè ha tratteggiato i lati umani dell’imprenditore scomparso, che nella sua vita subì anche la deportazione e l’internamento in un campo di concentramento in Germania. Da quell’esperienza traumatica Nando seppe trarre un importante insegnamento, ha sottolineato don Luigi: «Che la libertà dell’uomo non può essere distrutta neppure da un potere forte come quello del Nazismo. Quell’episodio gli insegnò a rapportarsi ad ogni uomo in modo autentico, al di là di ogni ideologia o posizione sociale».
L’invito di don Luigi è stato quello di «raccogliere questa preziosa eredità spirituale: quella di guardare al prossimo come ad un’opportunità e un dono, per costruire insieme». Su questo principio Nando edificò la sua lunga vita, fatta di operosità, sacrificio e grande affetto per la propria famiglia. Un’eredità che i figli oggi cercheranno di trasmettere ai nipoti. Un esempio di buona imprenditoria che in un’epoca come quella attuale si distingue.
b.melazzini
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