Sono sempre più convinto che mangiare bene significa anche pensare bene. Ecco perché quando decido di visitare una città che non conosco, oltre a studiarne un po’ la storia, m’informo dove andare a mangiare. Posso tralasciare lo shopping, ma non rinuncio ad un pasto autentico. C’è un aspetto che accomuna i ristoranti o comunque i locali che mi conquistano: l’aspetto familiare! Penso che non sia una moda, ma probabilmente una conseguenza del periodo di cambiamento che stiamo vivendo. La ricerca di famigliarità, il bisogno di sentirsi come a casa, il desiderio di essere a proprio agio ovunque, ha modificato anche il concept dei luoghi di ristoro, facendoli sembrare sempre più interni domestici. Da Madrid a Stoccolma, da Lisbona ad Atene, possiamo prendere spunto per le nostre case anche dai bar o dai ristoranti.
Proprio qui volevo arrivare. Il cuore di un ristorante è la sua cucina, ma lo è anche per la casa. In cucina l’uomo vi ha ‘abitato’ per secoli, e vi ha costruito la sua storia. Oggi in una cucina possiamo lavorare o studiare, pensare o suonare, scrivere o chiacchierare, possiamo fare praticamente tutto ciò che la vita ci propone. Ma è anche dove ci si ritrova in famiglia a colazione o a cena, magari attorno ad un tavolo pronti ad assaggiare una delle creazioni di nostro figlio presa a spunto dall’ultima
puntata di Masterchef ! Eh si perché oggi anche i ragazzi sono diventati protagonisti in cucina, luogo che fino a poco tempo fa era il santuario della mamma o della nonna! Ora tutto è cambiato. Anche la tecnologia ha dato una mano a questo cambiamento,rendendo le cucine più sicure grazie ai piani ad induzione di altissima qualità, facili da pulire e veloci da gestire.
Anni fa sono stato a Minorca per un viaggio , trovai per caso un “chiringuito” vicino al mare di quelli che non si scordano più (tipo quello in cui il commissario Moltalbano amava pranzare ma senza parlare!). Poche sedie impagliate disposte all’ombra, una cucina a vista , un po’ di bianco e blu all’interno ed un profumo di fritto mediterraneo “inolvidable”. Credo di essermi sentito veramente a casa in quel posto, rilassato e disposto a provare tutto quello che la dea del mare aveva preparato per me! Ecco, voglio che la mia casa sia un po’ così, come in tante cose viste sia nel nord Europa, Svezia e Finlandia soprattutto, sia nei paesi del mediterraneo, Italia Spagna e Grecia. La mancanza di luce naturale nei paesi nordici ha dato vita al loro rinomato stile nordico, che ha come filo conduttore il colore bianco della luminosa tradizione greco-romana del mediterraneo, usato come cromatismo primario in tutte le composizioni.
Questo mi piace di una casa, che abbia colori chiari per essere più fresca in estate, che sia luminosa con grandi vetrate e che abbia un portico davanti dove poter cenare fuori la sera al lume di candela, che abbia gli scuri per poter creare di giorno un atmosfera chiaro-scura, che sia ordinata e funzionale ma con quell’aria lievemente spettinata da “chiringuito” , dove tutto è possibile, anche essere felici!