Oggi, forse, finalmente si saprà il nome della squadra numero 22 della serie B in partenza il 29 agosto.
Il primo consiglio federale dell’era Tavecchio, convocato per le ore 13, parlerà anche di questo, dopo aver ratificato l’argomento clou, cioè la nomina di Antonio Conte alla guida della nazionale.
La decisione, apparentemente banale, in realtà nasconde mille insidie. Non ultima la concretissima possibilità che una o più società escluse dal ripescaggio facciano ricorso, allungando i tempi e mettendo a rischio la regolarità dell’avvio di campionato.
Fermo restando che il vero pasticcio è stato fatto dalla Lega di serie B, quando, la scorsa primavera, ha deliberato di non integrare gli organici, dimenticando però di cambiare la normativa sul format dei campionati: in quest’ultimo passaggio la complicità della Figc è stata goffa. La credibilità della Lega (18 squadre su 22 avevano votato sì al contingentamento dei ranghi) si è frantumata e ora rimettere insieme i cocci non sarà facile.
In soldoni, è come se il sindaco di Varese decidesse con un’ordinanza che da domani in città si guida all’inglese, volante a destra e corsia a sinistra: siccome la legge è precisa in materia, sarebbe una mossa senza seguito. Lo stesso è capitato al povero torneo cadetto.
Il valzer della B pari o dispari, è bene chiarirlo, non è colpa del Novara: semmai, i piemontesi avrebbero potuto signorilmente accettare il verdetto del campo, sorvolare sulla fragilità della decisione della Lega e badare al bene comune, evitando il ricorso che infine l’Alta corte del Coni non ha potuto che accogliere.
Ora spetta alla Figc la scelta della squadra che riporterà la B a quota 22, dopo la defezione del Siena, inserendosi nel calendario già sfornato al posto del turno di riposo (per il Varese, il 29 novembre e il 25 aprile).
I criteri? Qui sta il dilemma. Ogni club interessato tira acqua al suo mulino e cerca di stroncare le pretese altrui, al punto che il leader di Lega Abodi a Ferragosto ha richiamato tutti a «interrompere le ostilità verbali». Può anche darsi che, valutata l’improponibilità del Novara, si riaprano i termini per le domande e si stabilisca la ripescata tra qualche giorno.
Abodi stesso ha fatto capire di preferire il Novara, che dopo aver vinto la battaglia del ricorso spera di far sua la guerra del ripescaggio. Ma la zavorra della penalizzazione per illecito (che, normativa alla mano, impedisce di beneficiare del ripescaggio) potrebbe favorire altri club.
La Juve Stabia, che ieri ha giocato in Coppa Italia a Masnago e l’altro ieri ha organizzato una vera e propria marcia dei tifosi per le vie della città, ha già annunciato che, se non sarà riammessa, andrà al Tar. Lo stesso potrebbe fare il Novara qualora rimanesse a piedi. In ogni caso, si creerà un precedente pericoloso, imbarazzante quanto il pasticcio di primavera.
In un mondo perfetto, tutto questo casino non ci sarebbe stato. In un mondo perfettibile, il profilo più aderente alle normative e alle consuetudini è quello della Juve Stabia, benché giunta ultima. Nel calcio italiano, che è tutto tranne che perfetto, può accadere qualunque cosa.
© riproduzione riservata