– «Le sparò e quando tornai dalla depandance la trovai in un lago di sangue. La mia colpa fu quella di non fare nulla per salvarla, una colpa che mi porterò dietro per tutta la vita».
A parlare davanti alle telecamere della Tv Svizzera durante la puntata di “Falò”, andata in onda l’altro ieri sera è
, coinvolta nell’omicidio di
, il cui corpo fu trovato semi sepolto il 24 gennaio 2004 nello chalet della famiglia Ballarin a Golasecca.
La vicenda è collegata ai delitti delle Bestie di Satana.
Elisabetta, che all’epoca era diciottenne, era la compagna di , uno dei capi della setta. La ragazza non ebbe mai nulla a che fare con gli omicidi die , commessi dalla setta nel 1998. Ballarin con il percorso fatto in carcere dopo la condanna a 23 anni per concorso nell’omicidio di Mariangela, dimostra che la pena può avere funzione rieducativa. Una ragazza nuova, due lauree, un atteggiamento completamente differente da quello tenuto anni fa e anche durante il processo in primo grado. E proprio “Punire o educare?” era il tema affrontato dalla puntata: Ballarin è un ottimo esempio della funzione educativa che il carcere può avere.