Cari giocatori, speriamo abbiate passato una buona Pasqua. Ci permettiamo di farvi solo un piccolo appunto: la stagione non è ancora finita, la salvezza non è stata raggiunta. Ve ne siete accorti? Noi, ieri sera, abbiamo tifato per il miracolo di Caserta contro Milano, abbiamo supportato con tutto il cuore quello che un tifoso, un amante di questi colori, non dovrebbe mai fare: che accada qualcosa contro il vostro interesse. Vogliamo a tutti i costi che la lotta per non arrivare ultimi si riaccenda, diventi drammatica, torni a farvi seriamente paura mettendovi davanti ai vostri spettri.
Perché? Perché una prestazione così poco convincente sotto il profilo dell’impegno, del desiderio fisico e mentale di non soccombere facendosi trascinare via al primo soffio di vento e perseverando a farsi cullare in una tempesta che vi ha quasi lasciati imperturbabili, sinceramente non ce lo aspettavamo. Ritenevamo non fosse più nelle vostre corde peggiori, quelle messe in mostra più volte durante un anno che si conferma sempre di più disgraziato. È arrivato Caja, uno che ha cercato di rivoltarvi come dei calzini dentro e fuori per farvi risorgere dalle vostre ceneri: evidentemente non è bastato, evidentemente niente basta con voi affinché proviate ad assicurare – sempre – l’unica cosa che i tifosi – quelli che anche questa volta si sono fatti i chilometri – vi chiedono: l’impegno.
Credevamo di esserci messi definitivamente alle spalle il senso di frustrazione provato nel vedervi sfigurare contro Pistoia, contro Pesaro, contro Venezia. Lo stesso sapore, invece, è ritornato in bocca come fosse un pranzo mal digerito. C’è modo e modo di perdere: contro Brindisi esci quasi fra gli applausi, contro Bologna faresti bene addirittura a nasconderti. Cos’è successo in una sola settimana? Cos’è successo per essere costretti a godere di voi che vi fate battere ogni volta sul primo passo senza nemmeno far fallo? Quale malessere ha colpito un attacco diventato per un mese abbondante finalmente corale (nonché bello da vedere) e ieri ritornato un pianto di egoismi e mancanza di idee? Degli uccellini impauriti, dei cuccioli cui hanno fatto la “bua” appena Valli ha sfoderato la trappola di alchimie peraltro prevedibili: lo sapete che in ogni partita ci si deve buttare nelle arene?
Non facciamo nomi: dietro la lavagna ci devono andare tutti, nessuno escluso. Se pensare al futuro (a proposito: tra i papabili g.m. anche Giulio Iozzelli ora a Pistoia) o parlare di playoff ha portato a questo scempio, noi speriamo di ritornare nell’incubo della classifica: potrebbe essere l’unico per rivedervi lottare senza doverci vergognare della vostra indole.