Un’innovativa giacca per ciclisti munita di frecce direzionali e luci di frenata: è la curiosa invenzione concepita dal giovane , classe 1990, di Maccagno, il quale insieme a tre compagni del dipartimento di tecnologie innovative dell’università ticinese Supsi ha dato vita a Clara Smart Jacket, che è diventata anche una start up.
Clara è in grado di migliorare la visibilità dei ciclisti e in generale la sicurezza di tutti gli utenti della strada.
La start up ticinese, di cui il maccagnese Dal Lago è amministratore delegato, è stata selezionata come una delle 218 finaliste, su 2.200 progetti provenienti da tutto il mondo, nel famoso acceleratore per start up Mass Challange presente a Londra, Boston e in Israele. Clara è finita anche di recente sulla prestigiosa rivista Forbes,
come esempio di innovazione.
«La smart jacket nasce dalla volontà di trovare una soluzione all’alto rischio di coinvolgimento in incidenti stradali di ciclisti e pedoni, soprattutto in condizioni di scarsa visibilità e in prossimità di incroci», spiega Dal Lago. La giacca “intelligente” aumenta la visibilità dei ciclisti grazie all’integrazione di frecce direzionali e sensori di frenata.
«Il funzionamento di Clara è molto semplice e pratico – prosegue l’inventore di Maccagno – Quando il ciclista decide di svoltare può indicare le sue intenzioni agli altri utenti della strada, attivando la freccia desiderata integrata nella giacca grazie a una levetta wireless posta sul manubrio».
I sensori incorporati permettono di rilevare automaticamente le frenate del ciclista e di illuminare di rosso tutte le luci presenti nella giacca, consentendo agli altri utenti della strada di avvedersi più rapidamente del cambio di velocità ed evitare tamponamenti.
«Quando l’utente scende dalla bici può accendere manualmente le frecce della giacca grazie a un bottone, rendendo così l’indumento adatto anche ad altri utilizzi come il jogging e le passeggiate», sottolinea Dal Lago.
Da dove arriva il nome Clara, che sarà sul mercato da maggio 2016? «È la traduzione dall’inglese “brighten” che significa illuminare – risponde Marco, che prima di andare in Svizzera ha studiato informatica a Luino – Un nome latino per richiamare in qualche modo le nostre origini italiane».
Da buoni inventori, il team è già al lavoro su nuove soluzioni. «Vogliamo estendere questa tecnologia ad altri prodotti e indumenti come zaini, giacche da sci o quelle degli ausiliari del traffico – conclude Dal Lago – Stiamo anche testando una giacca con molti più sensori e un’app per smartphone».