Sono passati 4 giorni dall’esordio agli Europei di Berlino dell’atleta di punta del Team Insubrika Creval, quel Matteo Rivolta da oltre due anni protagonista con la Nazionale italiana assoluta.
Nella prima gara, i 50 delfino, Matteo non è riuscito a nuotare come avrebbe voluto e non è andato oltre le batterie.
Quattro giorni dopo, smaltita la delusione e la rabbia, Matteo ci riprova, questa volta nella distanza a lui più congeniale, i 100 metri, dove detiene il record italiano assoluto. Non è in forma e lo sappiamo, è una stagione particolare questa e lui ci ha già spiegato molto bene quali siano stati i problemi. Sappiamo di non doverci aspettare molto, ma quando entriamo al Velodrom, cercandolo con lo sguardo non possiamo proprio fare a meno di crederci.
Gareggia in quarta corsia, al fianco del forte tedesco Steffen Deibler che ha tutto il pubblico dalla sua. La prima vasca pare scorrere senza intoppi ma al tocco il cronometro segna 25’02” passaggio lento, forse troppo. Dopo la virata ci si aspetta la solita reazione rabbiosa, ma non arriva e Matteo chiude settimo in 53’26”. Mancano due batterie e la paura che non riesca a passare in semifinale è forte. Non se la merita, Matteo, quest’altra delusione. Ma il cielo sopra Berlino è azzurro alle 10.15 di ieri mattina, e il responso del tabellone è chiaro: Matteo Rivolta è 19° ma il regolamento non prevede che più di due atleti per nazione superino le qualificazioni. E allora ci siamo: 16° posto utile ma in semifinale se la gioca.
A fine gara lo lascia tranquillo coach Leoni. I due si conoscono bene e a volte il silenzio fa più rumore di mille parole. «È difficile entrare nella sua testa e capire cosa gli succede una volta in acqua. Sta bene fisicamente ma non riesce a spingere come dovrebbe e quando si vede indietro cerca di accelerare perdendo compostezza e fluidità di nuotata. Per le semifinali cercheremo di modificare un po’ la tattica di gara, perché vorrei che riuscisse quanto meno a terminare la stagione con un tempo incoraggiante per il suo morale», queste le parole di Gianni Leoni a fine mattinata.
Alle 16.30 riecco gli azzurri comparire sul piano vasca per il riscaldamento. Matteo ha lo sguardo cupo ma concentrato. Al suo fianco c’è anche Arianna Castiglioni, presente per allenarsi e fare il tifo ai compagni di squadra, occhi e cuore soprattutto per Teo. Entra il pubblico, il Velodrom comincia lentamente a riempirsi ed ecco spuntare le bandiere tricolori. «Forza Teo», urlano dall’alto ed eccolo lì, il fan club di Matteo Rivolta, con la fidanzata Giada a guidare il coro.
Le finali iniziano con gli 800 stile libero e ancora una volta al Velodrom si assiste al trionfo della premiata ditta Paltrinieri & Detti, di nuovo oro e bronzo, di nuovo insieme a far cantare l’inno di Mameli a tutti quanti. Atmosfera elettrica, è il momento di Federica Pellegrini e delle semifinali dei 200 stile libero. Vince facile… e stasera sarà spettacolo qui a Berlino.
Tocca a noi, cioè a lui (qui ormai l’immedesimazione è totale). Piero Codia (l’altro azzurro qualificato) è in corsia 1, Matteo in corsia 8, completamente dall’altra parte. In mezzo, nelle corsie gialle, Steffen Deibler e il polacco Pawel Korzeniowski. Silenzio di tomba e poi lo starter dà il via. Subacquea lunga, bellissima, Matteo parte bene e chiude i primi 50 in 24’63”. Più che buono, non deve mollare. L’allievo di coach Leoni pare aver ritrovato lo smalto di un tempo, è in linea con i primi, bello ed aggressivo in acqua. Ma gli ultimi 15 metri sono in salita, e Matteo chiude in 52’62” (Piero Codia in 52’40”), un tempo non sufficiente per la finale odierna ma comunque il secondo miglior tempo stagionale per lui.
Lo raggiungiamo in zona mista, bacio e abbraccio d’obbligo perché Matteo è un campione e ha messo in vasca un’abbagliante voglia di riscatto. Lui sorride, tutto sommato è sereno… ora è tempo di vacanza (la staffetta mista la farà con ogni probabilità Piero Codia, in virtù del miglior risultato) e gli leggiamo negli occhi la voglia di staccare, finalmente, la spina e riabbracciare gli amici che lo aspettano sugli spalti.
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