Un’estate funestata da incidenti in acqua con purtroppo tante vittime; su tutte, è restata impressa nella memoria la tragedia di Grosseto dello scorso 10 agosto, dove durante un’immersione sono morti tre sub.
Vista la presenza di così tanti laghi, di appassionati di immersioni subacquee ce ne sono molti anche nella nostra provincia, che prediligono in particolare il lago Maggiore, ma anche le acque del più piccolo bacino di Monate.
Abbiamo chiesto a Gianluca Genoni, campione di apnea di Busto Arsizio, detentore di diversi record mondiali, di fornire qualche consiglio utile ai tanti appassionati varesini, per evitare che un hobby possa trasformarsi in tragedia.
«Ci sono regole universali che valgono sempre – spiega il fuoriclasse bustocco – come frequentare corsi tenuti da istruttori qualificati e rispettare il livello e le capacità che si sono raggiunti, senza andare oltre le proprie possibilità».
Il lago Maggiore, ma anche quello di Monate, sono periodicamente mete di tanti varesotti appassionati di immersioni, con l’ausilio di bombole oppure in apnea. Rispetto ad un’immersione in acqua salata, quella in un lago è certamente più impegnativa e difficoltosa per il fisico: «Il grado di attenzione durante un’immersione in acqua dolce deve essere certamente più elevato – sottolinea Genoni – L’acqua del lago è più fredda e inoltre c’è una minore visibilità, perché l’acqua è più torbida. Nello spazio di poco tempo si passa da una temperatura di 24 gradi ad appena 7 gradi, quando invece la temperatura in mare è molto più accettabile». Una prova supplementare per il fisico che non va assolutamente sottovalutata.
Una regola d’oro che gli appassionati della provincia di Varese devono tenere ben presente, proprio perché frequentatori assidui, vista la vicinanza e la possibilità di scelta, dei laghi piuttosto che di località marine dove effettuare immersioni.
«Un’altra regola fondamentale è quella di immergersi almeno in coppia e mai da soli – prosegue il campione – senza dimenticare mai di sottoporsi periodicamente alla visita medico sportiva e di fare immersioni soltanto quando ci si sente bene e si è in forma».
Un’altra buona abitudine, che purtroppo viene troppo spesso trascurata, è quella di verificare le condizioni dell’attrezzatura con cui si va sott’acqua. «Una delle cause della tragedia di Grossetto – ricorda Genoni – sembra essere stata proprio la presenza di filtri sporchi nelle bombole. Perciò è buona cosa verificare lo stato dell’attrezzatura, revisionare ad ogni inizio stagione bombole ed erogatori. Tutte abitudini semplici che possono evitare guai».
Gli appassionati di immersioni sono in aumento nella nostra provincia. «L’esperienza è certamente un fattore importante, come anche l’obbligo di avere un brevetto – conclude Genoni – Ma, qualunque sia il grado di preparazione, bisogna sempre prestare la massima attenzione».
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