Mosca, 5 dic. (TMNews) – Il partito Russia Unita finisce sotto il 50% dei voti per il rinnovo della Duma, la camera bassa del parlamento di Mosca. Un colpo duro per Vladimir Putin, che deve ora fare i conti con un concreto calo di consensi, anche in vista del suo – sempre probabilissimo – ritorno al Cremlino, con le presidenziali del marzo 2012. Lo spoglio stamattina è quasi terminato, nell’enorme Federazione che conta nove fusi orari e con oltre il 93% delle schede,
Russia Unita ottiene il 49,72% dei voti, i comunisti sono al 19,15%, Giusta Russia al 13,6% e i liberal-democratici del nazionalista Vladimir Zhrinovsky all’11,67% . Con questo pesante scivolone il partito di Putin – che vedeva per il voto di ieri come capolista il presidente Dmitri Medvedev – dovrebbe però mantenere la maggioranza assoluta dei 450 seggi della Duma, grazie ad un complesso sistema di ripartizione dei voti derivato dal proporzionale. Ma per ‘zar Putin’ lo smacco è comunque pesante: quasi 15 punti percentuali in meno rispetto alle legislative del 2007, quando la sua macchina elettorale volava al 64,7% delle preferenze.
Il ‘tandem’ per ora ha scelto di fare buon viso a gioco non
proprio eccellente. “E’ la democrazia”, ha dichiarato il
presidente Medvedev, dopo i primi risultati. Il ragionamento del
capo del Cremlino punta sulla ‘smentita di quanti prevedevano
brogli diffusi da parte del partito del potere per mantenere un
buon risultato. “Dicevano che il partito avrebbe cercato di
tenere la sua posizione di dominio con macchinazioni e
manipolazioni, e invece ha mostrato che ha il diritto morale di
continuare sulla via scelta. Questo è il parlamentarismo, questa
è la democrazia”, ha argomentato Medvedev. Sulla stessa linea
Putin: “è un risultato ottimale che riflette il quadro reale nel
Paese”, ha dichiarato dal quartier generale del partito,
ribadendo il concetto a lui più caro: “potremo garantire lo
sviluppo stabile del Paese”.
Ma non basta un cattivo risultato per cancellare le accuse di pressioni e i sospetti di falsificazioni che nei giorni scorsi hanno riempito i blog e i siti di informazione meno allineati.
Proprio ieri, mentre a Mosca si aprivano le urne, cinque siti di notizie considerati indipendenti, quelli che avevano ospitato le voci più critiche durante la campagna elettorale, sono diventati inaccessibili. E sempre ieri, 170 persone sono state fermate dalla polizia durante alcune manifestazioni organizzate a Mosca e San Pietroburgo, malgrado il ‘niet’ delle autorità.
Orm/Cgi
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