«Ho un chiodo fisso che mi gira per la testa dal primo giorno in cui ho rimesso piede a Varese: rivincere lo scudetto ». Gianmarco Pozzecco è pronto a iniziare la grande avventura. Con l’ufficialità dell’arrivo di Andy Rautins, la nuova guardia biancorossa, la squadra è al completo e giovedì si radunerà per cominciare la preparazione.
Quando ho saputo della firma di Rautins ho pensato: «Finalmente, ora, posso andare in vacanza».
Scherzi a parte, sono molto carico. Non vedo l’ora di vedere i ragazzi. Posso dire che sono clamorosamente contento della squadra che abbiamo costruito.
Cecco mi ha davvero stupito: è un lavoratore instancabile, tiene in piedi la baracca da anni ed è secondo me attualmente il miglior manager della pallacanestro italiana. Mi ricorda molto Tony Cappellari, un vero e proprio mostro, all’epoca della mia esperienza da giocatore. E poi Simone (Giofré, ndr): l’ho tormentato un’estate intera, ma ovviamente ci ha messo anche molto del suo. Il risultato è un qualcosa che piace da morire a tutti e tre.
Sono stato sull’orlo della crisi quando non riuscivamo a trovare l’europeo che chiudesse il cerchio. Poi è arrivato Kangur e dopo di lui Diawara. Da questo momento in poi, qualunque cosa accadrà sarà soltanto colpa mia.
Giofré e Ducarello mi avevano parlato benissimo di lui, ma la scintilla è scoccata quando ho chiesto informazioni a Dawan Robinson. L’entusiasmo col quale mi ha risposto mi ha convinto: i due sono amici, hanno giocato insieme, si stimano. E Rautins, per venire da noi, ha rifiutato offerte da club di Eurocup. Andy ha caratteristiche che mi ricordano Drake Diener e sono convinto che potrà dare una mano anche in regia.
Vorrei davvero avere al mio fianco Andrea Meneghin, aggiungerlo al mio staff, che con Ducarello, Jemoli, Ferraiuolo, Armenise e tutti quanti gli altri è a mio giudizio il migliore della serie A. Fra noi due c’è un feeling speciale. Nel nostro destino, fin dall’inizio, c’era scritto che dovevamo provare a vincere qualcosa insieme. E ci siamo riusciti. Il Menego sarebbe un supporto mentale fondamentale per me verso l’obiettivo che occupa i miei pensieri fin dal giorno del mio ritorno a Varese.
Conquistare un altro scudetto, magari non già in questa prima stagione, ma vincere.
Per quanto riguarda i lunghi, penso che siamo davvero a posto così. È vero che Daniel è un 5 “undersized”, però Kangur e Callahan possiedono tutta la fisicità di cui abbiamo bisogno, con Diawara che da questo punto di vista è il 3 più forte del campionato. Di fisicità ce ne può dare tanta anche Okoye, soprattutto giocando da 2. E Casella sfiora i due metri. Per cui la nostra idea è di cominciare così. Valuteremo poi se aggiungere eventualmente un ulteriore elemento che abbia caratteristiche da play/guardia, ma ora no.
Uno sì. Mi spiace che Flaccadori abbia preso un’altra strada: nulla da togliere a Trento, ma credo che la destinazione giusta per lui fosse Varese. Perché lo avrei fatto giocare, e parecchio, e perché penso che fra noi si sarebbe creato un rapporto quasi da padre e figlio, come è stato con Laquintana a Capo d’Orlando.
Un attimo: prima di concludere voglio lanciare un ultimo ringraziamento. Alla nostra gente, perché abbia pazienza. Al cavalier Cimberio, che sarà sempre parte della famiglia. E a Toto Bulgheroni, che per me è prima fonte di solidità.
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