– Si è svolto ieri mattina un faccia a faccia tra i responsabili del personale della multinazionale francese e le organizzazioni sindacali. Un incontro chiesto da queste ultime dopo che, la scorsa settimana, l’azienda ha comunicato la volontà di chiudere lo storico punto vendita che si trova sotto i portici di fronte all’autosilo. La trattativa, seguita per conto della Cisl da , si è chiusa subito con un accordo. «L’intesa», spiega Ferrario, «prevede un anno di cassa integrazione dal 16 maggio 2015 fino al 15 maggio del 2016». Sarà direttamente l’azienda ad anticipare i fondi della cig, evitando così che i dipendenti debbano attendere i tempi tecnici dell’Inps.
A partire dalla metà di maggio, data di chiusura del punto vendita di piazzale Europa, i sette lavoratori coinvolti percepiranno da subito una somma equivalente all’80 per cento dell’attuale stipendio. Non è tutto. «Abbiamo ottenuto da Carrefour l’impegno a ricollocare entro un anno tutti i lavoratori in altri magazzini della provincia di Varese».
Da qui al maggio 2016, dunque, i dipendenti del super di piazzale Europa troveranno un posto in altri punti vendita Carrefour presenti sul territorio varesino. «È chiaro che se durante la cassa ci sarà la possibilità di qualche operatività per sostituzioni di altri lavoratori si privilegeranno quelli usciti dal magazzino di Gallarate». E se per il maggio del prossimo anno i sette cassintegrati non saranno ricollocati si aprirà un nuovo tavolo sindacale per definire il loro futuro professionale. Per parte sua l’azienda conferma la linea del silenzio, preferendo non commentare l’intesa raggiunta con i sindacali.
Nonostante sia stata sottoscritta in tempi brevi, aggiunge invece il responsabile della Fiscascat-Cisl, «è stata una trattativa difficile. Non è che nella grande distribuzione non si stia avvertendo la crisi». Nonostante questo, però, «ha prevalso il buon senso: i lavoratori non rimarranno senza un’occupazione». Da parte sindacale rimane la «soddisfazione per aver garantito tutti. È ovvio che saremo vicini ai lavoratori per assicurarci che la loro ricollocazione vada in porto».