Roma, 6 dic. (TMNews) – “Hanno detto che in Rai non si poteva dire profilattico. E’ un errore, anzi ditelo tutti in coro: sono 5 sillabe”: e così Rosario Fiorello ieri sera ha fatto scandire la ‘parola tabù’ a tutto il maxi studio di “Il più grande spettacolo dopo il weekend”. A seguire, due minuti dedicati all’utile oggetto dal brutto nome, ma due minuti al vetriolo. Che oggi fanno polemica, anche perchè Fiorello con la quarta e ultima puntata del suo show ha battuto ogni record nella storia di Rai1, e questo significa che oltre 13 milioni di persone lo stavano ascoltando, molti ragazzini.
Non è contenta Famiglia Cristiana che lo bolla come un “intervento di cattivo gusto” mentre “Sull’Aids, sulla prevenzione, sui mali dell’Africa e su quelli di aree più evolute, sui risvolti morali e religiosi, insomma su problemi vitali per il divenire umano si discute da gran tempo, nella pubblicistica corrente come nelle sedi più elevate”. I due minuti di Fiorello non si inseriscono evidentemente nel filone elevato neanche per il Moige, l’associazione dei genitori cattolici che protesta, “Diffondere con leggerezza e ignoranza un’informazione scientificamente parziale e, quindi, inesatta sulla protezione dei condom, dove gli stessi fogli illustrativi dei profilattici citano che l’utilizzo del profilattico non elimina il rischio, non è il modo di fare spettacolo per le famiglie corretto e proprio di un artista della caratura di Fiorello”.
Lui, l’artista di caratura, ha preso spunto dalla presenza in studio del direttore di Rai 1 Mauro Mazza: “ma è vero che in Rai non si può dire?”. Il riferimento è all’ormai celebre circolare interna firmata la settimana scorsa dalla dirigente Laura De Pasquale, che invitava i dipendenti in occasione della giornata internazionale contro l’Aids a evitare di “nominare esplicitamente” il profilattico (asserendo che trattavasi di disposizione specifica del ministero della Salute, il quale ha poi smentito).
Alla domanda, Mauro Mazza ha scosso la testa ridendo. E Fiorello via a sgretolare in due minuti la censura: “Ma sai che io non lo sapevo? Ma mi hanno detto che salva dall’Aids e si trova in farmacia! Ma altro che non si può dire in Rai. Ma allora al posto del cavallo di viale Mazzini ci vorrebbe una statua enorme… Un profilattico pieno di… Non so. Ma allora salva la vita, sto coso, come il Beghelli! Anzi chiamiamolo un “salvalavita pischelli!”
Profilattico sarà anche un brutto nome, “preservativo, condom, cappuccio, impermeabile, copricarota… Io mi chiamo Tindaro di secondo nome. Lui si chiama profilattico. Lo volete chiamare Tindaro? Chiamatelo come vi pare… Basta che lo usate!”.
Ufficialmente, e di fronte al 50% di share, la Rai approva tutto e senza riserve. Come ha scritto oggi il direttore generale Lorenza Lei: “La leggerezza e l’intelligente ironia di Fiorello sono stati un grande regalo per la Rai e per il pubblico che l’ha seguito. A Fiorello dico: si riposi il giusto, ma ritorni presto. La Rai e gli spettatori lo aspettano a braccia aperte”.
Aqu
© riproduzione riservata