«Io, per anni sotto scacco dei criminali. Vivevo nel terrore, mi hanno cambiata»

Una cassiera del Tigros di Buguggiate racconta l’incubo: «Mi dicevano: ti ammazzo». I tre, arrestati nell’ottobre 2014, facevano la spesa gratis minacciando i dipendenti

BUGUGGIATE – «Vivevo nella paura. Mi feci spostare dalle casse, lavoro che invece mi piaceva molto. Quanto è accaduto mi ha cambiata: ero una donna solare, che dava fiducia agli altri. Oggi sono diversa». Parla in aula una delle vittime del trio rom arrestato dai carabinieri di Azzate nell’ottobre 2014. Padre e figlio. Di 52 e 25 anni, e un’amica di famiglia appena ventitreenne, nomadi stanziali domiciliati a Capolago.

I tre dal 2011 terrorizzavano il personale del Tigros di Buguggiate. Come la cassiera che ieri ha deposto in aula. La banda minacciava il personale del supermercato in modo da poter fare la spesa gratis. «Andava avanti dal 2011» ha confermato ieri la cassiera. I tre saccheggiavano gli scaffali del market anche più volte al giorno senza farsi mancare nulla. Poi “convincevano” il personale a tacere, ad evitare di denunciarli o di segnalare i loro furti alle autorità,

con minacce pesanti. «So dove abiti. Vengo a farti una visita notturna se non taci».
O ancora: «Ti faccio male e so dove trovarti». Minacce assolutamente credibili quelle messe in atto dal trio che aveva sviluppato dinamiche intimidatorie degne della criminalità organizzata. La cassiera ieri ha confermato il clima «di terrore che erano stati capaci di creare». Sbruffoni, violenti nell’aggredire verbalmente, capaci di essere credibili quando dicevano: «se parli ti ammazzo». La donna ha raccontato anche di aver subito molestie da padre e figlio, toccatine, palpeggiamenti, sempre con il suggerimento di mantenere la consegna del silenzio salvo brutte conseguenze. Quattro anni da incubo. La donna era arrivata a «nascondersi dietro il banco gastronomia o pescheria» quando vedeva arrivare i due uomini. Fuggiva, si nascondeva e, ha ammesso, il terrore era tale che spesso erano gli stessi colleghi ad avvisarla che i due si trovavano all’interno del supermercato in modo che lei potesse andare a nascondersi. «Paura? Ero terrorizzata – ha detto la donna in aula – quell’esperienza mi ha cambiata per sempre».

Da cassiera sempre disponibile, capace magari di sorridere alla battuta di un cliente, a donna distaccata che mai più «darà confidenza ad un cliente». L’incubo del market tenuto in ostaggio dai tre balordi è finito quando il direttore ha avuto tutte le informazioni del caso e ha denunciato quanto stava accadendo ai carabinieri. I militari di Azzate hanno fatto un lavoro certosino. Il cerchio intorno al trio si è chiuso a suon di pedinamenti e appostamenti. Ore di indagine che hanno portato alla cattura di tutti e tre i “flagelli” del market. La cassiera ha confermato che il comportamento “omissivo” era dettato dalla paura. I tre, a quanto pare, avevano dato prova di essere pericolosi e molto credibile nello loro minacce di botte, case svaligiate o peggio ancora.