La Varesina vola, e noi la adottiamo: come esempio, come speranza, come modello. Anche perché ci fa respirare la stessa aria carica di sogni e futuro che accompagnò la scalata del Varese dai dilettanti, quasi undici anni fa.
La Varesina non smette più di crescere, di migliorarsi, di stupire. Ieri mattina, nella splendida cornice del Castello di Monteruzzo a Castiglione Olona (anche la scelta del luogo non è lasciata al caso) la società di Venegono e Castiglione ha comunicato l’avvenuto accordo con l’Atalanta, per diventare il primissimo Centro di formazione in Italia della società bergamasca. E anche sotto questo aspetto, la scelta non è per nulla casuale perché da sempre gli orobici si distinguono per un lavoro straordinario sul settore giovanile, che ha partorito tantissimi talenti ora nel calcio professionistico.
È stato stipulato un accordo triennale tra le due società, che porterà enormi vantaggi ad entrambe, nel lanciare nuovi giovani nel calcio professionistico e valorizzarne altri, oltre ad accrescere ulteriormente la competenza dei tecnici. Un progetto importante ed innovativo, per la società e per il territorio. Un’opportunità per due realtà che pregano la stessa fede calcistica, fatta di strutture, programmazione e investimento sui giovani, la formula vincente. La piccola Varesina tanto piccola più non è, nonostante sia nata nel 2010. In questi anni ha abbinato vittorie sul campo a grandi investimenti in centri sportivi, ed il neonato progetto con l’Atalanta è la conferma della bontà del lavoro fatto fino ad ora.
Alla conferenza di presentazione è intervenuto inizialmente Max Di Caro, figlio del patron Lino e soprattutto coordinatore del progetto, che ha voluto sottolineare gli aspetti che hanno portato le due società a collaborare: «Ci siamo scelti perché abbiamo tante cose in comune, a partire dalla sinergia a livello etico, perché l’attività calcistica che noi portiamo avanti si basa innanzitutto su educazione e senso d’aggregazione, che sono alla base di questo sport.
In secondo luogo, ci accomuna l’attenzione al territorio, nonostante Bergamo non sia qui vicino. Ciò che ci avvicina ancora di più sono però gli investimenti sulle strutture ed il settore giovanile, che sono prerogative per entrambe le società. Noi della Varesina non potevamo fare scelta migliore, è un onore lavorare con loro».
In rappresentanza dell’Atalanta, a Castiglione sono arrivati il responsabile marketing Zanforlin, il direttore operativo Spagnolo ed il responsabile scouting Costanzi, che è stato chiaro nel sottolineare un aspetto della collaborazione: «Da parte nostra non sarà un’opera predatoria, ma di crescita. Abbiamo lo stesso obiettivo, portare avanti la cultura calcistica nel territorio. Verremo a confrontarci, non a pontificare, porteremo le nostre esperienze e le condivideremo. Il prototipo del centro di formazione ci permetterà di essere un esempio, portando l’asticella sempre più su».
Seduti al tavolo anche il responsabile tecnico del settore giovanile della Varesina Andrea Zanforlin ed il responsabile del settore giovanile Pierangelo Farinazzo, che ha ricordato ai presenti i numeri e la crescita esponenziale del progetto Varesina, oltre 350 ragazzi e tutte le categorie coperte. Come conferma Roberto Spagnolo, direttore operativo dell’Atalanta, i bergamaschi sono rimasti colpiti dall’organizzazione professionistica della Varesina: «Sono venuti nel nostro centro di Zingonia tutti quanti, dal presidente Belletti al patron Di Caro, con il vice presidente, i dirigenti e soprattutto la responsabile marketing Paola Frascaroli: la presenza di questa figura ci ha fatto capire quanto siano seri ed organizzati». La strada è tracciata, il futuro sorride sempre di più alla Varesina, e anche a noi che ci crediamo.