Un esempio di vacanze alternative? Quelle di di Germignaga. 23 anni, fisico scattante quanto il cervello e una grande passione: le due ruote. Badate bene, non ci riferiamo alle moto perché il buon Mario non è un centauro, bensì uno di quelli che ama faticare spingendo i pedali, non fa differenza che sia in salita così come in falsopiano, Mario è uno che spinge senza paura, in sella alla sua amata Graziella che non è certo riconosciuta come uno dei migliori mezzi per scalare montagne e lunghe strade.
«La passione per la bicicletta mi è nata fin da piccolo – spiega – per merito di mio padre e mio nonno che hanno sempre amato andarci, la mia prima due ruote è stata una vecchia Mtb Atala. Poi certo gli anni sono passati e due anni fa è arrivata la prima bici da corsa, usata tra l’altro per l’unica gara agonistica alla quale ho partecipato, sempre circa due anni fa. Mi sono presentato ai nastri di partenza senza gli scarpini regolamentari, molti miei avversari mi sbeffeggiavano dicendo che con quella tenuta sarei dovuto andare a prendere il pane, ma alla fine mi sono piazzato bene. L’agonismo però non è il mio obiettivo, per me l’importante è viaggiare, reputo i pedali un buon compromesso per godersi luoghi fantastici».
Oltre a una bici da corsa ecco la Graziella cromata, scelta per attraversare diversi stati europei. Nel 2013 una bella tirata da Germignaga fino alla Germania, per un totale di 680 km, in questa piovosa estate però Mario ha voluto alzare il tiro. «Ho caricato la mia “fuoriserie” e sono partito a notte fonda, saranno state le due del mattino. Dopo aver oltrepassato il passo del San Gottardo mi ha raggiunto anche mio padre, da lì è iniziata una cavalcata piena di panorami mozzafiato e aneddoti da raccontare.
Abbiamo attraversato la Svizzera, l’Austria, il Liechtenstein la Francia e la Germania, fino ad arrivare al nostro approdo, Costanza. Ne sono successe di tutti i colori.Oltre ai temporali, c’è stato il “caso” delle scarpe perse mentre tentavo di metterle al riparo dalla pioggia. Solo dopo ore mi sono accorto che erano scomparse, ho quindi dovuto percorrere ben 500 km con le ciabatte di gomma! Che dire poi di quando io e mio padre siamo arrivati affamati al campeggio di Costanza? Eravamo affamati e la signora della reception ha avuto pietà di noi, offrendoci sei brezel, burro e sardine. Una cena che ci ha portato al settimo cielo».
Un avventura tutta da raccontare, colma di fatica, visioni impagabili e soddisfazioni che si portano dentro, fino al momento del prossimo viaggio. «Di sicuro al nord Europa dove c’è un grandissimo rispetto per chi pedala, certo il sogno è quello di partire per un mese e seguire l’istinto, senza una meta precisa». Siamo certi che Mario prima o poi riuscirà a realizzare anche questo.
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