Per i varesini, la Corsa con la maiuscola è il Gran Premio che sa scatenare autentica e irrefrenabile passione da oltre mezzo secolo. Nonni, padri, figli e nipoti hanno seguito con fervore ed entusiasmo le memorabili gesta di cavalli indimenticabili che hanno saputo eternare il loro nome nel cuore degli appassionati, infiammando di pathos la pista delle Bettole.
Lo faranno anche stasera per l’edizione numero 63 di una corsa che potrebbe entrare nella storia perché Zundapp, già a segno nel 2012 e nel 2013, va a caccia di un tris mai colto da nessun concorrente. Purtroppo però la contemporaneità con la partita del Varese, impegnato al Franco Ossola alle 20.30 contro lo Spezia, rischia di far perdere spettatori a uno degli eventi più belli dello sport cittadino. È un vero peccato e noi rivendichiamo la grandezza di una corsa unica, ricca di fascino e tradizione.
La storia di questa splendida gara ha tratti mitici ed epici allo stesso tempo ma le radici della sua tradizione sono piuttosto giovani, visto che il Città di Varese visse il suo battesimo il 24 agosto del 1952. In occasione della prima edizione, assunse la denominazione di Gran Premio Provincia di Varese. Ciò anche per ricordare i venticinque anni della costituzione della città a capoluogo di provincia (nel 1927). L’istituzione di un Handicap con una dotazione complessiva di sette milioni di lire (la maggiore a quell’epoca in Italia per questo tipo di corse),
riservato ai cavalli di tre anni e oltre che si fossero classificati almeno a uno dei primi tre posti delle competizioni classiche italiane con un montepremi non inferiore al milione e mezzo, suscitò una vasta eco non solo nella penisola: la gara comparve al posto d’onore sulla schedina Totip, i cinegiornali pubblicizzarono ovunque l’evento e la radio ne trasmise in diretta la cronaca. Ma anche all’estero: se ne occuparono varie testate straniere, tra cui l’inglese Sporting Life e il Corriere della Somalia.
A Varese giunsero così, nella penultima domenica del mese di agosto del 1952, alcuni tra i migliori purosangue italiani e una ricca cornice di pubblico, per nulla scoraggiata dalla pioggia, gremì le tribune delle Bettole. Arson, maschio baio figlio di Macherio e Aubergine, di proprietà della Razza Ticino, ottenne un netto successo precedendo sul palo, con due lunghezze e mezzo di vantaggio Ludro e, a seguire più staccati, Tip e Smetana, in un campo di dodici partenti. Alla sua guida c’era Lionello Milani, fantino di ottimo valore.
Se tra gli allenatori vittoriosi figura persino il nome del grande Federico Tesio – a segno nel 1954 con La Clementina – tra i jockey vincenti c’è pure l’immenso Enrico Camici, in trionfo nel 1953 (proprio con La Clementina), nel 1958 (con Vlaminck) e nel 1968 (con Novale). L’elenco dei protagonisti è lungo e chi, almeno una volta, è stato all’ippodromo per il Gran Premio sa che questa gara è qualcosa di veramente speciale, una luce abbagliante nelle notti magiche delle Bettole: a proposito, prima del 1987 e poi per un solo anno nel 1997, il Città di Varese si è corso di pomeriggio. Ma dalla fine degli anni Ottanta a oggi è diventato uno splendente astro che, di sera, illumina la pista di spettacolo con emozioni intense. E quest’anno, lo farà proprio oggi, in una nuova notte magica che entrerà nella storia.
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