– Legge di stabilità, l’eccezione lombarda: «Applicare i costi standard». Parlamentari e vertici regionali sono sulla stessa linea: riuscirà la Lombardia a fare sistema per far cambiare idea al governo Renzi?
Ieri nell’aula consiliare del Pirellone il presidente di Regione Lombardia e il presidente del consiglio regionale , insieme all’assessore all’Economia , hanno accolto 27 parlamentari eletti in Lombardia per chiedere loro di impegnarsi su una serie di emendamenti da presentare alla legge di stabilità che rischia di mettere in ginocchio i conti della Regione.
«Ai parlamentari lombardi – spiega il governatore – chiediamo uno sforzo per modificare la legge di stabilità. È imprescindibile applicare i costi standard». Altrimenti, «senza modifiche, la manovra di Roma avrà ricadute pesanti sulla possibilità di spesa di Regione Lombardia e quindi sui servizi ai cittadini».
Questo perché, ricorda Maroni, «la Lombardia non ha margine per ulteriori economie, dato che già oggi ha la spesa pubblica più virtuosa del Paese».
L’assessore Garavaglia snocciola le cifre: dal costo procapite delle Regioni (3.651
euro contro una media nazionale di 4.329) ai costi del personale (19,8 euro per abitante, a fronte di una media nazionale di 43,9 euro, con punte di 97,1 in Basilicata e 177,3 in Molise).
Cattaneo sintetizza l’esito dell’incontro: «Non c’è stata una sola voce contraria alla necessità di distinguere le Regioni virtuose da quelle non virtuose e all’uso del criterio dei costi standard per modulare i tagli. Questa mi sembra la linea che dobbiamo perseguire: la Lombardia non è contro la riduzione degli sprechi, però chi si è comportato già in passato in maniera corretta e ha costi più bassi non può essere trattato come chi finora non si è preoccupato di ridurre le proprie spese».
Una linea, rimarca Cattaneo, su cui «tutti i parlamentari lombardi sono d’accordo. Mi auguro sapranno sostenerla con forza alla Camera e al Senato per far cambiare il testo della legge di stabilità».
Nel concreto, verranno presentati alcuni emendamenti, tra i quali: tagli in base ai costi standard e non al Pil e alla popolazione, salvaguardia degli equilibri di bilancio e in particolare del Fondo sanitario nazionale, delle spese per il trasporto pubblico locale e del Fondo nazionale per le politiche sociali.
All’incontro, che si è svolto alla presenza di esponenti di spicco sia della maggioranza che dell’opposizione (il vicesegretario del Pd , l’ex governatore Ncd e l’ex ministro di Forza Italia ), non c’erano rappresentanti varesini, in altre faccende affaccendati.
Ma (Pd) si schiera a fianco della battaglia lombarda: «Sostengo da tempo, anche da vicepresidente della bicamerale sul federalismo fiscale, che è giusto prevedere l’applicazione dei costi standard, sia per le Regioni che per i Comuni. Nell’Anci ci sono quelli virtuosi, ma anche Catania e Palermo».
Ma al di là di questo, su cui «il governo deve dire se si va avanti o no con il federalismo fiscale», Marantelli ricorda che «nella legge di stabilità ci sono tante cose importanti soprattutto per il Nord, dalla stabilizzazione degli 80 euro alla riduzione dell’Irap». Altri tre parlamentari Pd (, e ) si battono invece per «rivedere i tagli ai patronati».