Le multe alle auto ticinesi in transito ai confini del Varesotto senza il contrassegno «CH» sono corrette.
Questo il parere del governo elvetico. «Quanto andate all’estero con l’auto non dimenticate di apporre il contrassegno «CH» sul retro infatti: se verrete multati, peggio per voi».
Questa, in buona sostanza, la risposta del Consiglio federale. Che ha bocciato una mozione del consigliere nazionale . La Svizzera, infatti, non intende promuovere una modifica della Convenzione di Vienna sulla circolazione stradale del 1968 per permettere ai veicoli immatricolati nella Confederazione di fare a meno dell’adesivo identificativo.
Secondo Quadri, consigliere esponente della Lega dei Ticinesi, però, gli automobilisti provenienti dalla Svizzera che viaggiano all’estero sono oggetto di «contravvenzioni pretestuose e discriminatorie» quando il veicolo è sprovvisto dell’adesivo in questione. Ciò accadrebbe soprattutto in Italia, Paese che applicherebbe per Quadri la Convenzione di Vienna con eccesso di zelo e «chiari intenti discriminatori».
Il torto però è tutto degli automobilisti elvetici. Perché, stando alla risposta del Governo, l’Italia non fa che applicare la Convenzione in questione. In effetti, la bandiera svizzera riprodotta sulla targhe elvetiche, affiancata da quella cantonale, non basta, visto che lo scudo rossocrociato dovrebbe apparire anche sulla targa anteriore, e non solo posteriore. Almeno secondo la legge. Per questo motivo, vista la situazione attuale, il Consiglio federale giudica che l’applicazione dell’adesivo «CH» si giustifichi e che non sia opportuno «sostenere un adeguamento della normativa internazionale attuale». Da qui anche la bocciatura della richiesta di revisione delle leggi in vigore. Un tema, quello dell’adesivo, che aveva fatto discutere parecchio anche in provincia di Varese, dove gli automobilisti frontalieri erano arrivati a temere ripercussioni nei oro confronti.
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