Un tavolo tecnico per combattere insieme la piaga del caporalato e quella del lavoro sommerso, che soffocano i lavoratori e le imprese del settore dell’agricoltura.
È la proposta forte emersa dal convegno “Attiviamo il Lavoro; le potenzialità del lavoro in somministrazione per il settore dell’agricoltura”, organizzato ieri mattina a Roma da Assosomm, l’associazione di categoria delle agenzie per il lavoro, in collaborazione con The European House Ambrosetti.
La proposta di istituire un tavolo tecnico permanente e un comitato sul tema è
stata avanzata da Rosario Rasizza, presidente varesino di Assosomm, il quale ha aperto i lavori del Forum che si è svolto nella Sala Polifunzionale di Palazzo Chigi. Proposta che non è caduta nel vuoto, ma che è stata subito raccolta dal ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, ospite del convegno.
«Mi ha fatto piacere che il ministro abbia detto che non occorre istituire un nuovo tavolo, ma che si può utilizzare quello già attivo al ministero, per affrontare il tema del lavoro nel settore dell’agricoltura, per un rilancio di tutto il comparto» commenta Rasizza.
Trovare soluzioni per comprendere la fattibilità delle buone prassi, questo il compito del tavolo a cui siederanno associazioni datoriali, sindacati di categoria, associazioni del lavoro in somministrazione e le istituzioni di riferimento come i ministeri delle Politiche Agricole e del Lavoro. Le proposte che verranno fuori dal tavolo tecnico nazionale non dovranno restare lettera morta.
«Ci aspettiamo che emergano idee nuove e proposte che poi verranno testate e sperimentate non subito a livello nazionale, ma su un territorio, che non necessariamente sarà nel sud Italia, perché abbiamo purtroppo visto che il fenomeno dello sfruttamento in agricoltura è presente in tutto il Paese».
Al convegno di Palazzo Chigi, hanno preso parte oltre al ministro Martina, anche il segretario della Cgil Susanna Camusso, la sottosegretario al Lavoro Franca Biondelli, i presidenti delle Commissioni Agricoltura e Lavoro del Senato, Roberto Formigoni e Maurizio Sacconi, Arturo Maresca, professore di Diritto del Lavoro, Ezio Veggia, vicepresidente di Confagricoltura e Stefano Mantegazza segretario della Uil agricoltura. «La nostra proposta di istituire un tavolo ha incontrato il favore di tutti i presenti – sottolinea Rasizza – tutti hanno capito quanto sia importante unire le forze per combattere caporalato e sfruttamento».
I dati presentati da The European House Ambrosetti durante il convegno testimoniano la gravità della situazione.
Su 80 distretti agricoli, sono 400mila i lavoratori coinvolti con un salario inferiore del 50% rispetto a quanto previsto dai contratti nazionali. C’è poi il problema della tutela della salute dei lavoratori; sono almeno 10 le vittime del caporalato nell’estate del 2015. Il 72% dei lavoratori presenta malattie che prima della stagionalità non si erano manifestate, mentre il 64% non ha accesso all’acqua corrente. Il potenziamento del lavoro in somministrazione in agricoltura, che oggi riguarda soltanto l’1.2% del totale degli avviamenti può essere un ottimo antidoto a sfruttamento, lavoro nero e caporalato. «I dati sono allarmanti – sottolinea il presidente di Assosomm – la somministrazione approccia questa problematica ritenendo essenziali la massima trasparenza, tramite l’accessibilità ai contratti commerciali, a buste paga semplici e chiare, dove il lavoratore riesca a controllare l’effettivo valore economico di un’ora di lavoro, rimodulando alcune disposizioni del contratto nazionale, per renderle più confacenti al settore dell’agricoltura e con la presenza sul posto di qualificati dipendenti delle agenzie per il lavoro».