Il mare di Mauro è dentro di noi

«La sua è una storia estrema, fatta di libertà, di vita, di desiderio di conoscenza». L’editoriale del nostro Bruno Melazzini

La storia di Mauro è una di quelle difficili da raccontare. Perché, per chi è abituato alla cronaca di ogni giorno, trovare le parole giuste non è impresa semplice. Mauro Bossi – il giovane di Varese scomparso durante un’immersione nelle acque di Capo Palinuro nel 1994 e ricordato ieri al caffè la Cupola – non era solo un navigatore innamorato del mare.
La sua è una storia estrema, fatta di libertà, di vita, di desiderio di conoscenza.

L’ha raccontata magistralmente ieri su queste colonne il nostro Davide Ielmini. Ma soprattutto la sua è una di quelle storie che non si esaurisce, che ti rimane dentro pungente come uno spillo d’argento.
Per seguire quello che era il suo mondo e conoscere il mondo, come i grandi navigatori del passato, Mauro si era costruito da solo la sua barca. Con lei aveva solcato in solitaria l’oceano – Bretagna, Caraibi, Atlantico settentrionale – non per fuggire dagli uomini ma per andare a caccia dell’umanità. Libertà pura e cristallina, come le acque gelide dei Banchi di Terranova.
Ma definire la sua una storia di libertà non è abbastanza. Quella di Mauro Bossi è una storia di coraggio: il coraggio di sapere scegliere la vita alla routine, quella di saper spendere i propri giorni centellinandone sapori ed emozioni, lacrime e sorrisi, pensieri, gesti, albe e tramonti. Saper apprezzare il silenzio delle onde, la musica suonata dagli albatri, le carezze del vento. Quella di scegliere di essere se stessi anche al cospetto dell’Atlantico.
Mauro ha cercato e trovato la sua strada su quell’enorme distesa blu come il cobalto. Cercava, con le sue immersioni, il respiro dell’oceano. Facendo battere il suo cuore all’unisono con lui. Un abbraccio simbiotico, divenuto tale per sempre.
Non è una storia felice, quella di Mauro. Perché davanti a una vita che si spezza non può esserci bellezza. Ma perché quella vita non si sia spezzata invano anche oggi, a più di vent’anni, dobbiamo saper leggere tra le onde e gli spruzzi di sale il messaggio che Mauro ci ha lasciati.
C’è un oceano, là fuori. Vasto e pieno di segreti. E’ blu come il cielo d’agosto. Ma c’è un oceano ancora più grande, profondo e meraviglioso, dentro di noi, fatto di desideri ed emozioni. Esploriamolo senza paure, senza tentennamenti. Immergiamoci in esso, fino in fondo. Fino alla fine.