– Fatture false per un giro di evasione fiscale da 30 milioni di euro, con sequestri cautelativi da 700mila euro e 120 società coinvolte tra Gallarate e Milano. E sono in tutto 17 i denunciati al termine dell’operazione Escape dai militari della guardia di finanza di Gallarate. Due le procure coinvolte quella di Busto Arsizio prima e quella di Milano poi. L’indagine ha preso l’avvio da un accertamento della Gdf ad un’impresa edile con sede nel Gallaratese.
La verifica ha permesso alle Fiamme Gialle di svelare un giro inimmaginabile: la ditta, infatti, subappaltava i propri lavori “a cascata” ad altre imprese fittizie innescando un vero e proprio “effetto domino”, che ha portato alla constatazione, da parte dei reparti competenti della Gdf, dislocati sul territorio nazionale, di fatture false per oltre 33 milioni di euro, 3 milioni di euro di Iva recuperata e la denuncia di 11 persone tra imprenditori veri e prestanome che fingevano invece di guidare una ditta,
a vario titolo coinvolti in diverse procure della Repubblica.
In sintesi le finte aziende emettevano fatture false per prestazioni inesistenti alle ditte reali (che ovviamente era d’accordo) in modo che queste potessero abbattere il reddito imponibile non versando all’erario quanto invece era davvero dovuto. Dopo questa prima fase di indagine gallaratese, gli accertamenti successivi hanno portato i militari della Gdf di Gallarate ad un secondo livello di illeciti che ha permesso agli inquirenti di individuare altre sei persone coinvolte. L’attività ispettiva ha permesso ai militari di inoltrare una comunicazione di notizia di reato alla Procura della Repubblica di Milano. Quest’ultima delegava specifiche indagini finanziarie e patrimoniali. Le prime vedevano interessati 18 istituti di credito su cui erano operativi 20 conti correnti, con movimenti di denaro per complessivi 30 milioni di euro.
Al termine delle attività di polizia tributaria, le Fiamme Gialle hanno concentrato gli sforzi al fine di ricostruire e quantificare il reale patrimonio, illecitamente accumulato, dei soggetti denunciati. E attraverso l’analisi dei movimenti bancari riconducibili alle ditte finite nel mirino i finanzieri hanno sviluppato la pista estera. Con una meticolosa attività di analisi nonché di intelligence, anche al di fuori del territorio nazionale, mediante l’attivazione degli organi inquirenti di Francia, Svizzera, Romania e Principato di Monaco è stata accertata la responsabilità penale nei confronti di altri 6 soggetti, denunciati all’autorità giudiziaria delle Procure della Repubblica di Milano e Busto Arsizio. L’autorità giudiziaria ha messo sotto sequestro cautelativo sinora beni per 700mila euro che serviranno, in caso di conferma delle accuse, a sanare, almeno in parte il debito accumulato dai coinvolti nei confronti dello Stato.