Tre o quattro operai al lavoro. Per la rimozione dei blocchi di cemento che sigillavano il cantiere, lo sfalcio dell’erba e alcuni interventi di messa in sicurezza. Accanto a loro due impiegati e il direttore dei lavori. Forse era lecito aspettarsi qualcosa di più significativo.
Questa invece la portata dell’intervento di riapertura dei lavori lungo il tracciato dell’Arcisate-Stabio, che i sindacati di Cgil, Cisl e Uil hanno toccato con mano.
Ritmi ridotti
«Attualmente – conferma della Feneal Uil – questi sono i numeri. Ce li hanno comunicati nelle scorse ore dalla direzione lavori». Anche perché senza alcuna possibilità di movimentare la terra i ritmi sono giocoforza ridotti.
«Da novembre – aggiunge poi della Fillea Cgil – a questi lavoratori se ne aggiungeranno alcune altre unità con il compito di predisporre la riapertura parziale del cantiere. Che, opererà in concreto solo dopo il 7 gennaio. Con le operazioni di costruzione del viadotto della Bevera. Fino ad allora saranno eseguite solo piccoli interventi».
Amarezza e preoccupazione
Ma anche all’inizio del 2014, proseguono i sindacati, «potremo parlare soltanto di apertura parziale perché, per riprendere gli scavi delle gallerie, è necessaria l’autorizzazione per lo smaltimento delle terre arsenicate che ancora manca».
Da qui l’amarezza e la preoccupazione. «Abbiamo capito perché non siamo stati convocati in Regione prima dell’annuncio ufficiale della riapertura del cantiere.
La risposta è semplice – attacca Nossa -: non è cambiato nulla». Di diverso avviso, ovviamente, l’assessore regionale , secondo cui la «riapertura è un segnale importante e fondamentale». «Perché è resa possibile dall’impegno della Regione – aggiunge – che ha trovato una soluzione allo stoccaggio delle terre».
La Regione è fiduciosa
«Ed entro quattro mesi il piano, espletati tutti gli obblighi burocratici, si concretizzerà. Con il cantiere che allora procederà pienamente. E a ritmo serrato, senza più ostacoli». Ma non solo. «All’apertura di ieri – prosegue Del Tenno – che ovviamente, visto il lungo stop, non poteva che essere graduale, seguirà l’arrivo delle aziende in subappalto. Con la forza lavoro destinata a crescere. Mentre sindaci, Rfi e Ics si sono già incontrati per stilare la mappa degli interventi più urgenti e per limitare il disagio dei cittadini».n Alessio Pagani
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