– Nell’ateneo varesino – e nella sede di Como – è partita ieri la prima career week, iniziativa che andrà avanti per tutta la settimana corrente e vedrà la partecipazione di 55 imprese e 800 studenti e conterà su 67 eventi in calendario e 55 videoconferenze con la parte lariana: «Di solito si usa indire un classico career day che diventa una giornata di code e priva di veri contenuti – spiega dell’ufficio placement di Uninsubria –
La nostra decisione è stata diversa: vogliamo dare il tempo ai ragazzi di prendere davvero contatto con il proprio futuro e proporre un contenitore fatto anche di attività e verifiche». Tutte le aree disciplinari coperte dall’offerta didattica dell’Insubria sono coinvolte: giuridica, linguistica, della comunicazione, biotecnologica, scientifica, informatica, ambientale, economica, turistica e biologica.
Oltre a multinazionali e a agenzie di lavoro interinale, prenderanno parte all’evento le aziende del territorio, gli ordini professionali – in particolare di area giuridico-economica come notai, avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro – ed i centri di ricerca, come Parco Tecnologico Padano e Comonext.
Nella prima giornata presenti, tra le altre, anche Elmec e Biticino: «Non siamo qui semplicemente per raccogliere dei curricula – afferma
– Vogliamo capire gli obbiettivi professionali dei candidati e rendere loro note tutte le possibilità di carriera che possono trovare nella nostra realtà».
Tra i ragazzi che affollano le aule di via Monte Generoso c’è , 25 anni di Varese, iscritto al corso di laurea a ciclo unico in Giurisprudenza ed in procinto di preparare la tesi: «Nel corso di questi anni – confida – ho deciso di non puntare alla carriera forense ma cercare di trovare posto in un’azienda, una volta finiti gli studi: penso che giurisprudenza possa essere una chiave di accesso a tante porte lavorative».
Christian si è iscritto alla Career Week soprattutto con un obbiettivo: «Imparare cosa sia un colloquio di lavoro. Non ne ho mai fatto uno e voglio capire cosa mi aspetta. Parlando con i rappresentanti delle imprese oggi presenti ho capito che non ci si può improvvisare: bisogna essere preparati, forse anche studiare come sostenere un incontro. Ogni parola, ogni gesto può essere importante».