Ci sono molti modi per arrivare, di sicuro il primo è partire. L’inizio di una nuova avventura poi, è sempre farcito di paura, di insidie, ma allo stesso tempo anche di curiosità, di eccitazione, di novità. Se poi questa nuova avventura inizia in quella che è casa tua, tutto può sembrare più semplice. O più difficile, per pressioni, aspettative, eccessiva voglia di fare bene. , dopo una stagione a Varese al fianco del prima e di poi in cui ha vissuto di tutto e di più, ora è tornato nella sua Sicilia, a Trapani, da capo allenatore in LegaDue. E ha portato con sé un pezzo di Varese: .
Bene, da parte mia c’è tanto impegno e percepisco allo stesso tempo tanta responsabilità. Tutti quanti mi stanno dando una mano. Manca solo un tassello per completare il roster, un “quattro” americano, poi ci siamo: si inizierà a fare sul serio. Sono comunque contento del lavoro che abbiamo fatto finora. Sento l’emozione di essere a casa mia, però qui si respira sempre un grande entusiasmo e sono sorretto dall’affetto di amici e familiari.
Abbiamo passato assieme una stagione intera, tutti giorni dalle nove del mattino alle nove di sera. Spesso, dopo, si usciva anche a cena assieme. È nata una grande amicizia, fatta anche di tanta stima reciproca. Abbiamo condiviso momenti belli e momenti brutti, restando sempre uniti, e ne siamo usciti alla grande. Proprio per questo motivo ho capito che Matteo è l’uomo giusto per aiutarmi in questa nuova avventura. E lui ha accettato volentieri di venire qui: stiamo lavorando parecchio.
Il mio primo obiettivo è quello di far divertire giocatori e tifosi. Mi piacerebbe riaccendere l’entusiasmo tra chi sta in campo e chi va sugli spalti. Quest’ultima è una cosa a cui personalmente tengo tantissimo. Sappiamo che sarà un anno difficile, con un girone davvero tosto. Il livello si è alzato, alcune squadre hanno mantenuto l’ossatura delle stagioni precedenti. Vedremo di settimana in settimana dove possiamo arrivare.
Un po’ di rammarico, questo è sicuro. Però ho vissuto un anno splendido, con persone fantastiche, dalla prima all’ultima: il nostro era un gruppo di lavoro molto compatto. Anche nelle difficoltà ho trovato dei veri amici, ed è questo quello che conta veramente per me. Quando ho ricevuto la proposta di Trapani, ci ho riflettuto parecchio. Mi spiace che a Varese i risultati non siano stati eccellenti, per questo c’è del rimpianto. Però credo che le amicizie che ho trovato lì vadano oltre i risultati.
Per Gianmarco sono sempre stato un amico sincero, fedele. Proprio per questo, anche quando ha deciso di fare un passo indietro per amore della piazza, gli ho sempre consigliato di tenere uno spiraglio aperto per tornare a fare l’allenatore. Perché in lui vedo del talento: ha capacità relazionali ed un potenziale enorme nel ruolo. Per lui quella di Zagabria sarà un’esperienza davvero importante, credo che la scelta di fare il vice di Mrsic sia stata intelligente: potrà imparare molte cose, soprattutto in Eurolega. Tra loro due ci sono feeling, stima e fiducia reciproca. Resto dell’idea che il Poz sia un patrimonio fondamentale per Varese, e mi auguro che ciò non venga dimenticato.
È difficile rispondere. La società ha fatto scelte ben precisa. Sono arrivati un coach e un direttore di grande esperienza, Moretti ed Arrigoni, che oltretutto sono senza dubbio due gran brave persone. Stanno costruendo la squadra in maniera intelligente, stando attenti a tante cose. Ho parlato spesso con Max Ferraiuolo in queste settimane: le idee mi sembrano molto chiare, l’idea di squadra comunque c’è tutta. Da Trapani farò il tifo per Varese.